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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Tav, che pasticcio: "Il governo ridiscuterà integralmente il progetto"

Tav, decisione rinviata. Conte invia una lettera a Telt, la società italo-francese incaricata della realizzazione della Torino-Lione. L'Italia rischia il taglio dei fondi da Bruxelles. Chiamparino: "Roba da Repubblica delle banane"

Palazzo Chigi impone un rinvio per la Torino-Lione, un modo per dare più tempo al negoziato fra M5s e Lega, i due alleati di governo divisi sulla realizzazione della Tav. Giuseppe Conte pubblica su Facebook una lettera inviata a Telt, società incaricata della realizzazione della Torino-Lione. "Lavoriamo in piena trasparenza", scrive il premier.

Tav, la lettera del governo a Telt

Alla Telt Conte comunica di aver chiesto di "astenersi, con effetti immediati, da qualsiasi ulteriore attività che possa produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici per lo Stato italiano con riguardo ai bandi di gara", in attesa dell'impegno delle forze di maggioranza di "ridiscutere integralmente" questo progetto con la Francia e con l'Unione europea "alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite". Nello specifico Conte chiede all'azienda di "evitare di assumere impegni di spesa gravanti sull'erario italiano" e di "adoperarsi per non pregiudicare gli stanziamenti finanziari posti a disposizione dall'Ue". Chiede inoltre che "tutte le prossime iniziative" della Telt rispettino "questa duplice esigenza, avendo cura che sia garantita la piena reversibilità di qualunque attività giuridica o scelta operativa posta in essere".

Giuseppe Conte pubblica poi la lettera di risposta inviata da Telt a Palazzo Chigi e al primo ministro francese Edouard Philippe, in cui scrive che "la pubblicazione dei bandi di gara relativi ai lavori principali è stata rinviata, su richiesta del Governo italiano e in accordo con il Governo francese, pur invitando la società a fare in modo da salvaguardare i finanziamenti europei". Nel dettaglio, la Telt (Tunnel EuroAlpin Lyon Turin) spiega però che un rinvio dei bandi "oltre il mese di marzo" comporterebbe la perdita di 300 milioni di fondi Ue, per cui "preso atto delle posizioni dei due governi vi informiamo che, in assenza di atti giuridicamente rilevanti che comportino istruzioni di segno contrario, abbiamo previsto che il Cda fissato per l'11 marzo 2019 autorizzi la Direzione a pubblicare gli 'avis de marchés' (avvisi a presentare candidatura) relativamente agli interventi dei lotti francesi del tunnel di base, in modo da rispettare il termine del 31 marzo" per avere il finanziamento Ue per il 2019.

Tav e finanziamenti europei

Cosa può succedere ora? Un ulteriore ritardo potrebbe far perdere all'Italia i finanziamenti Ue che in totale ammontano a 800 milioni: Bruxelles deciderà entro il 31 marzo prossimo. Ma per l'addio definitivo alla Torino -Lione sarà necessario un voto del Parlamento.

Tav, Di Maio va allo scontro: Salvini minaccia la crisi di Governo 

"Abbiamo ottenuto il rinvio dei bandi per il Tav che partiranno tra 6 mesi solo se Italia Francia raggiungeranno un accordo serio". E' quanto scrive su Facebook il sottosegretario al Mef, Laura Castelli dei 5 Stelle. "Tutto questo senza nessun costo per lo Stato e senza toccare i soldi degli italiani. Questo governo prosegue forte del rispetto del suo contratto fondatore per realizzare le cose che servono all'Italia". I bandi per la Tav sarebbero dovuti partire lunedì. "Sulla Tav la situazione si sta risolvendo positivamente", ha detto anche il vicepremier Di Maio. "Quindi ora parliamo di altro e andiamo avanti. Andiamo avanti con altre opere, con Quota 100, con investimenti produttivi per le imprese, con il Reddito di Cittadinanza e con tutto ciò di cui il Paese ha bisogno, ora. Ce lo chiedono gli italiani". "Le 'teste dure' o frasi come 'vediamo chi va fino in fondo' non mi appartengono, sono folklore che non fa bene all'Italia. Siamo stati eletti per servire gli italiani ed è quello che faremo con responsabilità".

Matteo Salvini oggi è tornato a ribadire che "non ci sarà nessuna crisi di governo". In diretta a SkyTg24, il vicepremieha smentito la rottura e assicurato come il governo "andrà avanti ancora a lungo". Ma sul contratto con gli alleati, il leader del Carroccio è stato netto: "Ricordo che nel contratto c'è la revisione dell'opera, si può rivedere il progetto, risparmiare sui costi, ma non sta scritto da nessuna parte che l'opera debba essere cancellata". "Resto convinto che si debba fare", ha spiegato ancora Salvini, ribadendo come sia "importante che si dia un segnale di partenza e apertura". In ogni caso, "se un accordo non si trova al governo si può trovare nel Parlamento o nel Paese", ha continuato il vicepremier: "Io sono disponibile a tutto, a un pronunciamento del Parlamento, a un pronunciamento degli italiani con un referendum".

Torino, in 30mila per dire sì alla Tav (FOTO ANSA)

Intanto stamane, anche Roberto Fico, a Napoli per un convegno sulla criminalità minorile ospitato dal Circolo Posillipo, è intervenuto sullo scontro di governo sull'alta velocità ribadendo come il secco 'no' Cinque Stelle all'opera sia ancora fra i punti cardine del Movimento. Il no alla Tav, ha spiegato, "non è un atto ideologico" ma "una battaglia identitaria del Movimento 5 Stelle". "Il Movimento 5 Stelle è ancora saldamente contro la Tav? Sì, io sento così",ha risposto poi il presidente della Camera, che aggiunge: "Abbiamo visto tutte le relazioni che sono negative, senza contare che, non solo in Italia, ogni volta purtroppo che un'opera va avanti in un certo modo crescono anche le spese che in questo momento non sono a bilancio".

Parlando ai cronisti, Fico ha ripercorso la storia del Movimento 5 Stelle e, in particolare, la posizione del M5S nei confronti della Torino-Lione: "Nel 2005 - ha ricordato Fico - la prima riunione dei meetup che nascevano fu fatta a Torino, perché quel giorno c'era la grande manifestazione per dire no alla Tav. Eravamo circa un centinaio e c'era anche Beppe Grillo, e dopo la riunione andammo tutti alla manifestazione". Il no alla Tav, ha sottolineato Fico, "non era una posizione ideologica o per dire no a qualcosa, ma era per dire di cambiare rotta rispetto a delle opere che non servono e non servivano". Inoltre, ha proseguito Fico, "la prima uscita pubblica da parlamentari del Movimento 5 Stelle Camera e Senato, nel 2013 fu una visita ai cantieri della Tav per comprendere a che punto ci trovavamo, per dire l'ennesimo no documentato e non ideologico alla Tav. Quindi è una lotta che ha attraversato ogni periodo storico del Movimento 5 Stelle e ogni regione che ha contribuito a far nascere e a far crescere il Movimento".

No Tav in festa a Torino (foto da notav.info)

"La lettera di Palazzo Chigi a Telt parla esplicitamente di non fare partire i capitolati d'appalto lasciando aperto un piccolo spiraglio, non chiarissimo. E vedremo lunedì". Così il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino che ha partecipato al flash mob a Torino organizzato dalle madamin del Comitato "Sì Torino va avanti'. "E' come se il governo dicesse di far partire le manifestazioni di interesse sapendo già che i capitolati d'appalto non saranno mai affidati. E' una roba degna di una Repubblica delle banane", ha aggiunto. Oltre un migliaio di persone al grido di 'Sì Tav subito' si sono radunate oggi in piazza Carignano a Torino, davanti alla sede del primo parlamento italiano per ribadire il sostegno alla realizzazione del collegamento ad alta velocità ferroviaria Torino-Lione. In piazza come a novembre e gennaio scorsi numerose le persone che indossano indumenti e accessori di colore arancione, colore simbolo del comitato fondato dalle madamin. Al termine del flash mob è stato rinnovato l'appuntamento alla manifestazione di domenica prossima alle 11 in piazza Castello.

"Sulla Tav un pasticcio indecente e un danno immenso alla credibilità dell'Italia. Così si distrugge la fiducia. Il governo si tiene insieme solo per un patto per la gestione del potere. Spero provino vergogna. E' tempo di cambiare". Lo scrive su Twitter Nicola Zingaretti, segretario del Pd.
 

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