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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Dall'ex Ilva ad Alitalia, ci sono 159 crisi aziendali: in ballo 200mila lavoratori

Mise “sommerso” dalle vertenze: centinaia i tavoli di crisi e migliaia i dipendenti in bilico. Aziende in difficoltà da Nord a Sud, coinvolti diversi settori, dai trasporti all'industria

Il 2020 si prospetta un anno di super lavoro per il Ministero dello Sviluppo economico. Nell'anno che sta per iniziare sono moltissimi i tavoli di crisi che il Mise dovrà affrontare (e risolvere) per evitare la perdita del lavoro a migliaia di persone. La crisi che ormai da tempo attanaglia l'Italia si riflette nella situazione delle sue aziende: stando agli ultimi numeri del Mise le vertenze aperte sono 159, ovviamente non tutte “esplose” nel 2018. In 28 casi le difficoltà perdurano da più di sette anni, mentre per 76 aziende la crisi è iniziata almeno da tre.

A fare veramente impressione è il numero di lavoratori coinvolti nelle vertenze, che attendono l'esito delle trattative per conoscere che ne sarà del loro futuro lavorativo: si parla di circa 200mila lavoratori, a cui vanno aggiunti altri 70mila interessati dalle ristrutturazioni aziendali.

Crisi aziendali, dall'ex Ilva a Conad-Auchan: i casi più eclatanti

La crisi non conosce confini geografici o settore, le vertenze infatti sono spalmate da Nord a Sud e riguardano aziende di ogni genere, dai trasporti al commercio, passando per l'industria. I casi più “grandi” sono quelli dell'ex Ilva e di Alitalia. Nel primo caso ArcelorMittal vorrebbe 4.700 esuberi, con il recente accordo firmato dall'azienda e dai commissari che concede poco tempo ai sindacati e al governo per intavolare una trattativa e cercare di ridurre il numero di lavoratori a rischio. Per la compagnia aerea il discorso è differente: la luce in fondo al tunnel sembra ancora lontana con i lavoratori coinvolti che sono 10.800

Un'altra “patata bollente” è il passaggio dei punti vendita ex Auchan e Sma al consorzio Conad, un'operazione mastodontica che coinvolge centinaia di negozi e migliaia di lavoratori, con diverse problematiche relative sia alle dimensioni dei supermercati che ai reparti di amministrazione e logistica. Nell'ultimo incontro con le sigle sindacali si è parlato di circa 3mila esuberi, a cui vanno aggiunti altri 3mila relativi agli appalti.

Ma non finisce certo qui: per Tirrenia ci sono 1.000 lavoratori a rischio esubero, la Mahle di Laloggia ha annunciato il licenziamento di 443 dipendenti, mentre a Riva di Chieri (Torino), continua da oltre un anno la protesta dei lavoratori ex Embraco. E' ancora nel limbo anche il futuro della Whirlpool di Napoli e dei suoi 400 dipendenti, il colosso degli elettrodomestici ha annullato la procedura di cessione nello scorso ottobre, ma se entro marzo 2020 non si troverà una soluzione il problema si ripresenterà. E ancora gli esuberi di Safilo e Adidas, i 624 dello stabilimento della Bosch a Bari o i licenziamenti di Alpitel. Tante, anzi troppe aziende in crisi per cui serve una soluzione concreta, immediata e duratura.

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