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Mercoledì, 24 Aprile 2024
ECONOMIA

Esselunga, il testamento di Caprotti: "La mia azienda mai in mano alle Coop"

La battaglia di una vita, Bernardo Caprotti l'ha scritta nero su bianco anche nel suo testamento: "Esselunga può essere soggetta ad attacchi. Diventare Coop. Questo non deve succedere"

Esselunga non dovrà mai finire alle Coop. La battaglia di una vita, Bernardo Caprotti l'ha scritta nero su bianco anche nel suo testamento, in cui, oltre a spartire soldi, case e quadri, ha tracciato il futuro della sua azienda, ora nelle mani dei suoi eredi, in primis la moglie Giuliana e la figlia Marina.

"L'azienda - si legge nel documento di 13 pagine steso il 9 ottobre 2014 - è diventata attrattiva. Però è a rischio. E' troppo pesante condurla, pesantissimo 'possederla', questo Paese cattolico non tollera il successo".

"Occorre trovarle, quando i pessimi tempi italiani fossero migliorati, una collocazione internazionale", prosegue Caprotti, promuovendo eventuali partner olandesi, bocciando invece gli spagnoli. "Ahold sarebbe ideale - scrive il patron di Esselunga - Mercadona no". "Attenzione: privata, italiana, soggetta ad attacchi, può diventare Coop. Questo - sono le ultime parole del testamento di Caprotti - non deve succedere".

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IL TESTAMENTO - Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga scomparso venerdì scorso, ha lasciato il controllo di Supermarkets italiani alla moglie Giuliana Albera e alla figlia Marina, che dispongono ora del 66,7% della società, grazie alla quota del 25 per cento di cui poteva disporre il fondatore che a loro l'ha lasciata.

COSA ACCADRA' - A Giuseppe e Violetta, figli del primo matrimonio e con i quali in passato c'erano stati diversi momenti di rottura, Caprotti ha lasciato - come imposto dalle leggi sull’eredità - il 16,6% ciascuno.  Divisione simile anche per Villata partecipazioni, la holding che gestisce l’ingente patrimonio immobiliare di Esselunga.  Il 55% circa delle azioni della holding immobiliare del gruppo è stato donato alla seconda moglie Giuliana Albera e alla figlia minore Marina Sylvia. Ai due figli di primo matrimonio, Giuseppe e Violetta è stato lasciato il 22,5% a testa. 

IL REGALO ALLA SEGRETARIA - Nel testamento, come era prevedibile, è stata inclusa anche Germana Chiodi, amica e segretaria di sempre. Alla donna va il 50% dei risparmi di una vita, depositati su un conto corrente. L'altra metà sarà divisa invece tra i cinque nipoti, tre figli del figlio Giuseppe e due figli del fratello.

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