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Giovedì, 28 Marzo 2024
ECONOMIA

Fiat saluta Torino, si chiude un'epoca: "Finisce la vita precaria"

Ultima assemblea ordinaria in Italia prima del trasloco ad Amsterdam. Soddisfatti John Elkann e Sergio Marchionne: "Ora ci giochiamo una partita vera, andiamo a testa alta contro i giganti"

ROMA - Ciao ciao Torino. Con la fusione con Chrysler, la Fiat era già diventata Fca, acronimo di Fiat Chrysler Automobiles. E dopo 115 anni di vita e un nome tutto italiano - Fabbrica italiana automobili Torino - la nuova società trasferisce la sua sede legale ad Amsterdam lasciando Torino, città dove nacque l'11 luglio del 1899. Finisce un'epoca, con l'ultima assemblea ordinaria tenutasi oggi nella città della Mole.

"Con l'acquisto di Chrysler finisce la vita precaria di Fiat - ha detto il presidente John Elkann - Con Fca abbiamo la possibilità di giocare una partita vera. Il 6 maggio a Detroit vi racconteremo quello che Fca farà nei prossimi anni. Noi non siamo nostalgici. Per il futuro aspettatevi ancora tante buone notizie. Il marchio Fiat resterà sulle auto".  

Parlando per l'ultima volta al Lingotto, Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo, ha confermato gli obiettivi finanziari per il 2014 e ha rivendicato i risultati ottenuti negli anni ricordando che Fiat e Chrysler nel 2003 erano al decimo e al dodicesimo posto nella classifica dei costruttori mondiali, insieme sono al settimo posto.

Dieci anni fa insieme vendevano 4,4 milioni di auto, ma entrambe le aziende erano in profondo rosso, mentre oggi hanno un utile di 3,4 miliardi. Entro il 2018 la Fiat sarà capace di fare oltre 6 milioni di vetture

"Sarei un ingenuo - ha aggiunto il manager - se non sapessi che ci sono aspetti emotivi non solo qui in Italia ma anche al di là dell'Oceano legati alla storia secolare dei due gruppi Fiat quest'anno compirà 115 anni, Chrysler 90 il prossimo. Può nascere la sensazione che si perda qualcosa, ma la nostra forza deriva proprio dall'unione di queste due realtà, ognuna conserverà la propria identità e metterà a disposizione dell'altra i propri punti di forza". "Confermiamo che non ci sono eccedenze negli stabilimenti italiani", ha aggiunto Marchionne. "A Grugliasco - ha sottolineato - abbiamo riassunto tutti gli addetti più mille unità di Mirafiori dove con i nuovi investimenti saranno riassorbiti tutti".

E lo spostamento della sede fiscale del gruppo nel Regno Unito? "Non ci aspettiamo che questo comporti aspetti significativi sul carico fiscale. Non ci sono vantaggi".

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