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Venerdì, 26 Aprile 2024
Crisi economica

L'Europa minacciata da quattro bombe "pronte a esplodere"

E' il Sole 24 Ore a suonare l'allarme: la vittoria di Podemos in Spagna; la Polonia sempre più nazionalista; la Gran Bretagna verso il referendum; il rischio "Grexit". Mai come oggi l'Unione vacilla

ROMA - Unione europea sempre più a rischio. Tutta colpa, secondo un dettagliato articolo del Sole 24 Ore, di quattro "bombe a orologeria" pronte a esplodere e a far saltare in aria il progetto di un vero "continente nazione". Spagna, Polonia, Gran Bretagna e Grecia. Sono queste, secondo il maggior quotidiano economico italiano, le minacce che rischiano di mettere fine al sogno di un'Europa davvero unita. 

SPAGNA - Analizzando dal punto di vista economico il successo in Spagna di Podemos e Ciudadanos, il Sole 24 Ore mette la parola fine a quel sogno di stabilità politica del Paese iberico che marcia a una velocità "almeno quadrupla" rispetto all'Italia, con una crescita stimata nel 2015 del 3%. Laddove c'erano il Partito popolare e il Partito socialista oggi governano formazioni nata dal basso, espressione di movimenti cittadini estremamente critici con le politiche di Bruxelles e Strasburgo.

Consigli regionali e municipali si ritrovano frammentati: a Barcellona e Madrid, le candidate sindaco di Podemos hanno aperto alle altre forze di sinistra “classiche” con l'obiettivo di siglare accordi di coalizione o di appoggio esterno a giunte minoritarie. Mentre a Valencia, terza città del paese, è Compromis, un movimento anti-corruzione arrivato sorprendentemente primo, a pilotare le trattative.

Il rischio, secondo il Sole 24 Ore, è una "crescita senza lavoro": bene i dati macroeconomici, malissimo quelli occupazionali. E oggi la situazione è quantomeno instabile, con all'orizzonte la possibilità di strane coalizioni per evitare che Podemos o Ciudadanos possano trionfare anche alle politiche di novembre.

POLONIA - Cresce come la Spagna, 3% l'anno. Cresce più della Spagna, 100% nell'ultimo decennio. Ma la crescita economica oggi marcia di pari passo con il vento anti-europeo che ha portato alla presidenza Andrzej Duda, "giovane candidato nazionalista ultraconservatore ed euroscettico che ha vinto il ballottaggio con il capo di stato uscente, Bronislaw Komorowski". 

Duda non nasconde la sua contrarietà all'Europa unita e all'entrata di Varsavia nell'eurozona, dichiarando di voler tutelare in primo luogo gli interessi della Polonia. 

Qui, per i sostenitori dell'Ue, il rischio è una sempre più probabile alleanza con Putin, con lo zar russo che si è subito congratulato con Duda, auspicando "relazioni costruttive" fondate "sui principi del buon vicinato e del rispetto dei mutui interessi".

GRAN BRETAGNA - Qui lo scenario è chiaro e ha una data in cui la bomba potrebbe esplodere: fine 2017. Il detonatore sarà il referendum "sì" o "no" all'Europa unita.

GRECIA - Per Il Sole 24 Ore è "la bomba che fa meno paura". Forse perché "ormai ci siamo abituati al suo eterno ticchettìo. Parliamo, ovviamente, dello spettro "Grexit". Del rischio che Atene venga esplusa dall'Eurozona. Anche qui, come nel caso del Regno Unito, poche chiacchiere: il 5 giugno, "data clou" dell'atteso pagamento al Fmi, sapremo se la Grecia sarà ancora parte dell'Europa unita.

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