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Martedì, 23 Aprile 2024
Economia Napoli

Whirlpool, ora i lavoratori incrociano le braccia: sarà (ancora) sciopero

In una lettera inviata al premier Conte e ai ministri Patuanelli e Catalfo i sindacati esprimono tutta la loro delusione e chiedo di discutere di Cassa integrazione e della politica industriale di rilancio del sito di Napoli

Per la Whirlpool sciopero in arrivo: Fim Fiom e Uilm hanno proclamato per il 17 luglio prossimo 8 ore di sciopero in tutti i siti della multinazionale in Italia per chiedere all'azienda di ritirare decisione di chiusura e al Governo di schierarsi con i lavoratori.

La decisione al termine del coordinamento nazionale Whirlpool di Fim Fiom, Uilm che ha nuovamente espresso la propria opposizione alle decisioni della multinazionale ma anche dello stesso Mise finalizzate ancora una volta , dicono, "a propinare una generica reindustrializzazione per assecondare la chiusura dello stabilimento di Napoli e il disimpegno dall'Italia".

In una lettera inviata al premier Conte e ai ministri Patuanelli e Catalfo i sindacati esprimono tutta la loro "delusione per le posizioni assunte dal Mise che nei fatti assecondano l'impostazione dell'azienda" e chiedono una data unica per un nuovo incontro che metta insieme la discussione sulla Cassa integrazione con la politica industriale di rilancio del sito di Napoli. "Non siamo difatti disponibili a dividere una questione dall'altra".

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La Whirlpool Emea, attraverso l'ad per l'Italia Luigi La Morgia, aveva espresso la disponibilità a ''supportare un progetto di reindustrializzazione per garantire continuità produttiva del sito di Napoli", ricordando però l'aggravarsi a causa del lockdown, della situazione degli stabilimenti Whirlpool in Italia: Cassinetta (forni, frigoriferi e microonde) produzione 2020 -7/8% rispetto al 2019; Melano (piani cottura) produzione 2020 -10% rispetto al 2019;Comunanza (lavasciuga e lavatrici da incasso) - produzione 2020 -6/7% rispetto al 2019 ; Siena produzione 2020 +50 mila unità prodotte rispetto al 2019 (congelatori). 

Per quanto riguarda la posizione del ministero dello Sviluppo economico, l'obiettivo è quello di arrivare a soluzioni concrete entro il prossimo 31 luglio. In gioco c'è sempre il futuro dei 420 lavoratori del sito di Napoli, con i sindacati sono tutt'altro che d'accordo con l'ipotesi di reindustrializzare.

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