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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Svelati i Paradise Papers: i conti segreti di vip, politici ed imprenditori nei paradisi fiscali

Il nome in codice della nuova inchiesta è Paradise Papers e fa riferimento a 13,4 milioni di file riservati provenienti da due studi internazionali che forniscono e gestiscono società offshore. Report: "Puntata speciale su imprenditori italiani"

Avrebbero investito soldi in Paradisi fiscali off-shore, isole Cayman e le Bermuda: un lungo elenco di nomi che comprende vip, imprenditori e esponenti della politica protagonisti del nuovo scandalo che prende il nome di Paradise Papers. Una nuova "fuga" di file che segue i Panama Papers ottenuti dal giornale tedesco Suddeutsche Zeitung, e condivisi con l'International Consortium of Investigative Journalists (Icij), di cui fa parte - per l'Italia - anche l'Espresso e Report.

Tra i nomi accusati di evasione fiscale la regina Elisabetta II; il ministro del Commercio Usa, Wilbur Ross, amico del presidente Donald Trump; un amico intimo e tesoriere del premier canadese Justin Trudeau. Poi star della musica come Bono Vox e Madonna. L'ex direttore della Cia, il generale Wesley Clark. Il finanziere di origini ungheresi, George Soros, colui che nel 1992 fece saltare la lira e la sterlina fuori dallo Sme. Il co-fondatore di Microsoft, Paul Allen, amico di Bill Gates.

Report: "Puntata speciale su imprenditori italiani"

I segreti che riguardano imprenditori e aziende italiane che operano in settori sensibili e strategici e che hanno a che fare con i paradisi fiscali saranno oggetto di una puntata speciale di Report, trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci su Rai3.

La regina risulta avere investito ingenti somme nel paradiso fiscale della Cayman attraverso il Ducato di Lancaster, spiega il quotidiano britannico. Tra i nomi coinvolti anche quello del ministro al Commercio dell'amministrazione Usa di Donald Trump, Vilbur Ross; le star della musica Madonna e Bono, il co-fondatore della Microsoft Paul Allen, il finanziere George Soros, l'ex generale Wesley Clark, il tesoriere del primo ministro canadese Justin Trudeau, Stephen Bronfman.

Paradise Papers: un'evasione fiscale globale

Il nome in codice della nuova inchiesta è Paradise Papers e fa riferimento a 13,4 milioni di file riservati provenienti da due studi internazionali che forniscono e gestiscono società offshore: Appleby, fondato alle Bermuda, che ha nove filiali in altrettanti paradisi fiscali, e Asiaciti Trust, con un quartier generale a Singapore e altre sette sedi in altri luoghi.

"L'evasione ed elusione fiscale delle corporation sottrae ai paesi più poveri 100 miliardi di dollari l'anno, sufficienti per mandare a scuola 124 milioni di ragazzi e salvare la vita di 6 milioni i bambini". Lo ricorda Oxfam che a commento delle notizie sul nuovo scandalo internazionale dei Paradise Papers.

"Se i governi hanno davvero intenzione di arginare l'infinita serie di scandali fiscali, dovranno iniziare ad anteporre gli interessi della maggioranza dei cittadini a quelli delle corporation e dei super ricchi". 

"I Paradise Papers - sottolinea Susana Ruiz, policy advisor di Oxfam sui dossier di fiscalità internazionale - mettono in luce quanto inefficaci siano stati finora i tentativi dei nostri leader di mettere fine agli abusi fiscali. Alle severe parole di condanna hanno fatto seguito ad oggi solo riforme timide, indebolite dall'enorme pressione esercitata da multinazionali e paperoni sulla politica . Gli abusi fiscali alimentano poverta' e disuguaglianza. Come anticipato da Icij, quando 120 politici di primo piano e giganti come Apple, Uber e Nike sono sospettati di eludere le tasse, a farne le spese sono i cittadini comuni, e soprattutto i piu' poveri. L'evasione ed elusione delle sole corporation, per esempio, costa ai paesi in via di sviluppo 100 miliardi di dollari l'anno". Quindi "Tanta retorica ma ancora nessuna seria "lista nera" dei paradisi fiscali".

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