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Martedì, 23 Aprile 2024
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Filippo Magnini assolto da doping: "Tre anni da incubo. Io intercettato, pedinato, con cimici in macchina"

L'ex nuotatore racconta a Verissimo il percorso iniziato nel giugno del 2017

“Ho vinto finalmente una delle gare più importanti”. Così Filippo Magnini, ospite domani a Verissimo, esprime la sua felicità per la decisione del TAS (Corte di Arbitrato di Losanna) che l’ha assolto dalle accuse di doping: “Ci sono voluti tre anni, ma la mia fiducia nella giustizia, ordinaria e sportiva, c’è sempre stata. Fino all’ultimo credevo e speravo di vincere: la verità è venuta fuori e ora finalmente sono libero”.

A Silvia Toffanin, il nuotatore, visibilmente emozionato, ricorda questo percorso iniziato nel giugno del 2017: “Quella mattina è stato un brutto risveglio, non avrei mai pensato di vedere il mio nome associato al doping. Alcuni giornalisti mi hanno avvertito che sui giornali era uscita questa notizia: l’ho scoperto così e lì è iniziato il mio incubo. Ognuno di noi deve combattere delle battaglie, ma quando combatti contro quella che tu vedi come un’ingiustizia è un dolore pazzesco. Vorresti urlare la verità mentre tutte le persone leggono sui giornali il contrario.

"La storia” prosegue Filippo “è finita bene, ma è stato un percorso delicato e doloroso per me e per le persone che mi sono state vicino. Questa vittoria mi ha liberato, è come se fossi stato tre anni in galera. La ferita rimane comunque, ci vorrà ancora un bel po’ di tempo per ricucirla”. A sostenerlo nei momenti più difficili c'era la compagna Giorgia Palmas, con cui presto convolerà a nozze.

Filippo Magnini: "Io indagato come fossi un terrorista"

Il campione olimpico racconta, inoltre, di come siano andate le indagini: “Ho realizzato di essere dentro a un’indagine pazzesca, che forse riservano solo ai terroristi. Ma io, nella mia innocenza, ero contento di questa cosa, perché quando non hai fatto niente e vieni intercettato, pedinato e ti mettono le cimici in macchina, a quel punto la verità deve venir fuori. Più informazioni c’erano su di me, più ero contento. E alla fine ho avuto ragione. Sono convinto che il 99% degli atleti non ce l’avrebbe fatta a difendersi”.

Infine, una rivelazione sul futuro e su un possibile ripensamento dopo il suo ritiro dalle vasche: “Allenatore ancora non mi vedo, però penso di essere ancora un atleta. Vedremo se tornerò a nuotare, chissà…”.

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