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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rocco Siffredi: "Ho scoperto di essere vulnerabile quando sono nati i miei figli"

"Quando è arrivata la mia famiglia per la quale io sono responsabile, le ansie sono venute fuori" ha raccontato il porno attore al Festival del cinema durante la presentazione del documentario sulla sua vita

Intervistato a Venezia a margine della presentazione del documentario 'Rocco', Rocco Siffredi ha svelato le sue paure, le ansie per non deludere i figli e per proteggere la sua famiglia.

"Da quando ho avuto i figli, ho cominciato a vivere l'ansia che non conoscevo. Ho scoperto di essere molto vulnerabile da quando è venuta fuori la famiglia. Paura di deluderli" ha detto il porno attore: "Fin quando la famiglia ero io con la mia vera famiglia, quella dove sono nato, ero rivoluzionario, ho scelto una vita libera. Poi quando è arrivata la mia famiglia, per la quale io sono responsabile, le ansie sono venute fuori".

Sui due figli ha detto: "Uno è uguale alla madre, super romantico, innamorato della fidanzata, e mi ha anche detto: 'Papà ha voluto fare quello che era il suo sogno, ci è riuscito, è stato molto bravo, non è quello che voglio fare io'. L'altro ogni tanto gioca, dice 'forse farò il gigolò', ma è tanto per fare una battuta. Io gli dico 'guarda che come gigolò ti devi chiavare dei cessi mai visti. Noi almeno belle ragazze. Che ti credi, che è così semplice?'. Poi torna a scuola a studiare, quindi insomma...".

Quanto alla carriera nel cinema hard, Siffredi poi è stato chiaro nel fare delle ammissioni: "Devo dire che i primi dieci anni di porno per me sono stati paradiso. Poi con la famiglia, le due cose si fondevano male. Attraverso questo film i fan, la gente che mi ha conosciuto, che mi dice 'Rocco cazzo sei un mito, io ti ammiro', ho dato anche a lui la possibilità di capire come sono, con i pro e i contro". 

In riferimento al documentario dei francesi Thierry Demaiziere e Alban Teurlai presentato al Festival del cinema come evento speciale alle Giornate degli autori, l'attore ha rivelato: "Il documentario me l'hanno proposto che avevo 40 anni, ma non avevo niente da dire. Me l'hanno proposto degli italiani, dei polacchi, poi un regista inglese, alla fine sono arrivati i francesi" spiega Siffredi. "Poi io a loro ho detto attenzione, è molto importante che voi non abbiate pregiudizi, perché se venite sul mondo del porno per raccontare come succede di solito che il porno è qualcosa di terribile, che le donne sono trattate male, che tutte quelle che lo fanno sono finite male, no. In Italia avevo paura proprio di questo fattore, sai, il sesso, l'approccio, dover per forza far vedere, non essere d'accordo, i pregiudizi. Invece è 'clean' così come doveva essere".

E se Rocco Siffredi non avesse fatto il pornodivo? "Cazzi, sarebbero stati cazzi. Sarei certamente stato preso alla Sip come voleva mia madre a riparare telefoni, facendo finta di romperli per poterli riparare, per trovare donne sole senza marito, che ne so...".
"Adesso continuo sempre a produrre film" ha poi concluso: "In parallelo sto cercando di mettere insieme l'accademia, quello che era un prodotto televisivo lo voglio far diventare live".

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