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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Lampedusa, i soldi per l'impianto solare ci sono: fine di un paradosso?

Raccolti da Greenpeace i 30 mila euro necessari. Oggi l'energia nell'isola viene prodotta quasi in toto dal petrolio. Iacoboni: "Il ministro Calenda modifichi il sistema di rimborsi che vige attualmente per le isole minori e che incentiva le fonti fossili"

Presto Lampedusa potrebbe avere il suo impianto fotovoltaico che metterebbe fine ad un paradosso che accomuna molte delle isole minori italiane, non collegate alla rete elettrica nazionale: nonostante il sole e il vento non manchino, producono la quasi totalità della propria energia dal petrolio, una fonte inquinante e molto costosa, pagata da tutti gli italiani con sussidi in bolletta pari a oltre 60 milioni di euro l’anno. L'obiettivo del progetto di crowdfunding “Accendiamo il sole”, lanciato solo 15 giorni fa da Greenpeace Italia per festeggiare il suo trentesimo compleanno è stato raggiunto: grazie alle donazioni di 936 persone sono stati raccolti i 30 mila euro necessari a regalare all’isola di Lampedusa un impianto fotovoltaico da 40 kilowatt. 

"L’impianto che verrà finanziato tramite il crowdfunding è completamente autorizzato da oltre un anno, ma è bloccato a causa di lungaggini burocratiche nei processi autorizzativi che non hanno permesso l’accesso ai fondi di finanziamento. Greenpeace, grazie all’aiuto di quasi mille donatori, sbloccherà questa situazione. I pannelli saranno donati all’isola e installati sul tetto del palazzo comunale di Lampedusa dopo l’estate", afferma l'associazione in una nota.
 
Un primo passo concreto per un futuro 100 per cento rinnovabile per Lampedusa e le piccole isole italiane.
 
"Grazie a questo impianto l’isola risparmierà circa 200 mila euro ed eviterà l’immissione in atmosfera di quasi 300 tonnellate di CO2. Per un futuro più sostenibile, le energie rinnovabili devono diventare la norma per tutte le piccole isole italiane. Per questo chiediamo al ministro Calenda di approvare in tempi brevi un provvedimento che modifichi il sistema di rimborsi che vige attualmente per le isole minori, che incentiva fonti fossili come il petrolio a discapito di energie pulite come il sole. È invece ora di fare di questi luoghi un modello di sviluppo 100 per cento rinnovabile", dichiara Luca Iacoboni, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia.
 
Secondo Greenpeace, il governo dovrebbe tenere conto di questa volontà e agevolare chiunque abbia intenzione di installare il proprio piccolo impianto per produrre energia. "Oggi invece stiamo assistendo a un attacco mirato alle energie rinnovabili e in particolare ai cosiddetti prosumers, i cittadini che producono almeno una parte dell’energia che consumano. A breve si discuterà in Europa la nuova direttiva sulle energie rinnovabili, chiediamo al governo di prendere una posizione chiara e concreta a favore dell’ambiente e dei cittadini", conclude Iacoboni.

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