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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ambiente

Referendum trivelle, sit-in a Montecitorio: Greenpeace chiede l'election day

Dopo l'ok della Consulta che dà la parola ai cittadini, il Governo non si è ancora espresso sulla data del voto. Intanto, la Petroceltic ieri ha rinunciato al suo programma di esplorazione di idrocarburi a largo delle Isole Tremiti

Un election day che accorpi il referendum sulle trivelle al primo turno delle prossime amministrative. E' questo quello che chiedono Greenpeace e le altre associazioni ambientaliste che stamattina hanno organizzato un sit-in davanti a Montecitorio. "Oltre a facilitare la partecipazione democratica, si risparmierebbero così tra i 350 e i 400 milioni di euro", spiega l'associazione che ha lanciato una petizione su change.org. In pochi giorni, oltre 65mila le firme già raccolte. Ma Renzi e Alfano, destinatari della petizione, al momento non hanno dato risposta.

"Sprecare centinaia di milioni di euro per ostacolare il quorum referendario sarebbe un gesto gravissimo e irresponsabile", dichiara Andrea Boraschi, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace. "Questo governo si era presentato agli italiani svendendo auto blu pur di fare cassa, raggranellando però poche migliaia di euro. Si tratta dello stesso esecutivo che oggi, per compiacere i petrolieri e indebolire la democrazia, rinuncia a 400 milioni? La coerenza è una virtù definitivamente tramontata?", domanda Boraschi.

Nell'attesa di trovare delle risposte a queste domande, la Petroceltic ieri ha rinunciato al suo programma di esplorazione di idrocarburi a largo delle Isole Tremiti presentando al Ministero dello sviluppo economico istanza di rinuncia al permesso di ricerca. La decisione, spiega la stessa Petroceltic in una nota, è stata adottata dopo "un'ottimizzazione strategica, tecnica ed economica dell'intero portafoglio italiano, a seguito dei ripetuti cambiamenti della normativa italiana di settore e di un'attenta analisi che la società controllante, Petroceltic International Plc, ha elaborato alla luce delle evoluzioni del mercato globale". In particolare "in riferimento al permesso di ricerca B.R274.EL conferito dal Ministero dello Sviluppo Economico e situato nel Mare Adriatico meridionale, essendo trascorsi 9 anni dalla presentazione dell'istanza - periodo durante il quale si è registrato un significativo cambiamento delle condizioni del mercato mondiale - Petroceltic Italia ha visto venir meno l'interesse minerario al predetto permesso". "A fronte di questa valutazione - prosegue la socetà - Petroceltic Italia ha presentato Istanza di rinuncia al Ministero dello Sviluppo Economico. In aggiunta saranno ottimizzati i programmi e le tempistiche dei lavori previsti per gli altri titoli minerari, nei confronti dei quali Petroceltic Italia mantiene inalterato il proprio interesse minerario e il proprio impegno ad operare nel pieno rispetto delle norme comunitarie e dello Stato italiano vigenti e dei più elevati standard del settore, nella massima trasparenza e in collaborazione con le comunità locali".

"Spero venga messa una volta per tutte la parola fine ad alcune strumentalizzazioni sul tema delle attività di ricerca in mare", ha dichiarato il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, in una nota in cui il Dicastero "accoglie con rispetto" la decisione annunciata dalla società irlandese di rinunciare al permesso di ricerca nel mare Adriatico meridionale. "Si tratta di un passo indietro - sottolinea il Mise - che risponde ad esigenze industriali strategiche della società di cui il Ministero prende atto". "Spero adesso che, grazie anche a questa scelta" aggiunge il ministro "venga messa una volta per tutte la parola fine ad alcune strumentalizzazioni sul tema delle attività di ricerca in mare che erano infondate già prima e che lo sono, a maggior ragione, dopo la decisione della Petroceltic".

Blitz acrobatico di Greenpeace: occupate le trivelle in Sicilia | Foto da Twitter

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