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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Energia, il Governo taglia la bolletta e anche le rinnovabili? Associazioni sul piede di guerra

Secondo Assorinnovabili la norma, contenuta nel decreto omnibus approvato venerdì, di fatto taglierebbe le risorse destinate agli impianti solari già funzionanti causando il licenziamento di almeno 10.000 lavoratori proprio delle piccole e medie imprese a cui i tagli sono rivolti: "chiediamo a Renzi, Guidi, Padoan e Galletti di ripensarci e di non spegnere la green economy"

E' guerra tra Governo e Associazioni dopo l'approvazione della norma che sancisce il taglio del 10% dei costi delle bollette energetiche per le piccole e medie imprese, avvenuta nel corso del consiglio dei ministri che si è svolto a Palazzo Chigi venerdì 13 giugno. La norma, contenuta nel decreto legge omnibus di per sè ovviamente positiva, infatti potrebbe essere finanziata dai tagli (che potrebbero anche essere retroattivi) rivolti alle imprese che producono energie rinnovabili. Si torna a parlare del cosiddetto provvedimento "Spalma incentivi" che dilaterebbe il tempo degli incentivi fiscali destinati a chi produce energia pulita da 20 a 25 anni riducendo però l'incentivo annuo.

Il premier Renzi in conferenza stampa venerdì si è limitato a dichiarare: "Dall'entrata in vigore del decreto le piccole e medie imprese avranno il risparmio del 10% sulle bollette e avranno misure che Pier Carlo Padoan (ministro dell'Economia) e Federica Guidi (ministro dello Sviluppo economico) vi spiegheranno domani". nessun accenno a questa possibilità. Sui siti dei due Ministeri non ci sono note a riguardo e dall'ufficio stampa del ministero dell'Economia fanno sapere che il decreto è in via di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. In serata ieri il sottosegretario Velo ha cercato di calmare gli animi, dichiarando all'Ansa, che lo "Spalma incentivi" è stato modificato: rispetto al testo originale i tagli sulle rinnovabili dovrebbero essere inferiori.

Il provvedimento, ancora non del tutto chiaro, mette in allerta Assorinnovabili. L'associazione dei produttori, dell'industria e dei servizi per le energie rinnovabili è critica e lancia un allarme perchè ritiene che la norma "di fatto tagli le risorse destinate agli impianti solari già funzionanti causando il licenziamento di almeno 10 mila lavoratori proprio delle Pmi".

"Lo spalma incentivi - si legge in una nota stampa dell'associazione - apparirebbe in conflitto con gli obblighi internazionali derivanti dal Trattato sulla Carta Europea dell'Energia (reso esecutivo in Italia con la legge 10 novembre 1997, n. 415), e quindi anche con l'art. 117, primo comma, della Costituzione, poichè violerebbe l'impegno assunto dagli Stati firmatari (tra cui l'Italia) ad assicurare agli investitori condizioni stabili oltre che eque, favorevoli e trasparenti, per lo sviluppo delle proprie iniziative. Ciò impone che gli investimenti, che devono godere della piena tutela e sicurezza, non vengano colpiti da modifiche (in senso deteriore) delle condizioni giuridiche ed economiche in base alle quali sono stati effettuati". I vizi di costituzionalità, "sussisterebbero anche nell'ipotesi in cui venisse prolungata la durata dell'incentivo, a compensazione della riduzione del suo valore- prosegue Assorinnovabili citando la posizione del presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida- secondo l'autorevole costituzionalista, infatti, 'un credito non ha lo stesso valore quale che sia il tempo in cui viene soddisfatto'". Inoltre, "se l'investimento (come accade nella maggioranza dei casi) è finanziato da un credito bancario, la misura, incidendo autoritativamente su tale rapporto, potrebbe rendere impossibile per i produttori far fronte agli impegni assunti con gli istituti di credito".

"Ci lasciano increduli - scrive Assorinnovabili - sia la possibile adozione di tale provvedimento o di un tributo ad hoc (l'ennesimo per il settore), ipotesi entrambe sempre considerate inaccettabili da AssoRinnovabili, sia le dichiarazioni che Matteo Renzi ha reso sul tema delle energie rinnovabili all'assemblea del Pd. L'unica spiegazione potrebbe essere la difesa degli interessi di alcune lobby e non degli interessi generali del Paese. Il Governo ha totalmente ignorato le numerose proposte alternative, presentate dall'associazione negli ultimi due mesi, che porterebbero al condivisibile obiettivo di abbassare le bollette delle Pmi senza affossare il settore". Alla luce di queste valutazioni "chiediamo a Renzi, Guidi, Padoan e Galletti di ripensarci e di non spegnere la green economy che è uno dei pilastri fondamentali per lo sviluppo economico e ambientale sostenibile del nostro Paese".

Non apprezzano nemmeno i Verdi. "Se fossero confermate le notizie degli ennesimi tagli retrattivi e di ulteriori tasse al settore delle rinnovabili che hanno messo in stato d'allarme le imprese e i lavoratori del fotovoltaico saremmo di fronte ad un nuovo e gravissimo attacco al mondo delle energie alternative che metterebbe a rischio più di 10mila posti di lavoro", dichiara il co-portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, che aggiunge: "Nel governo sta vincendo la linea pro fossile del ministro Guidi che condanna l'Italia alla preistoria energetica: quella basata sulle fonti fossili e sulle trivellazioni che espongono il Belpaese a inquinamento e danni ambientali". "Sarebbe semplicemente incomprensibile che mentre in Europa si va in direzione opposta, investendo con forza sulle energie rinnovabili, in Italia si avalli l'ennesimo attacco ad un mondo, quello delle energie alternative, che è stato utilizzato come un bancomat negli scorsi anni- conclude Bonelli- Perchè l'Italia non può fare come la Germania che ha deciso di produrre entro il 2050 l'80% della sua energia da fonti verdi? Il governo ascolti le numerose proposte alternative, presentate dall'associazione negli ultimi due mesi, che porterebbero al condivisibile obiettivo di abbassare le bollette delle pmi senza affossare il settore: ci ripensi e non spenga la green economy, che è uno dei settori fondamentali per innovare e far uscire dalla crisi".

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