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Venerdì, 19 Aprile 2024
Emergenza clima

In Italia non piove abbastanza, è di nuovo allarme siccità: preoccupa il Lago Maggiore

La mancanza di scorte idriche nel Lago Maggiore ha portato il fiume ad essere più basso della media stagionale di oltre 80 cm, con gravi danni per l'ecosistema. Anche il Ticino è in pericolo: a rischio la biodiversità

Torna l'allarme siccità in Italia: il Lago Maggiore è di ben 25 cm al di sotto dello zero idrometrico. Cosa significa? Significa che mancano circa 80 cm all'altezza media del lago nella stagione estiva: in pratica ci sono 160 miliardi di litri di acqua in meno quest'anno. Questo ovviamente provoca riperscussioni sul fiume Ticino che, in molte zone, è praticamente attraversabile a piedi. 

Il motivo è la scarsa piovosità, ma, soprattutto, i cambiamenti messi in atto negli ultimi anni per nella gestione delle acque del Lago Maggiore. Normalmente infatti l'altezza del lago, che viene regolata da un accordo tra Piemonte, Lombardia e Svizzera, dovrebbe essere di 150 cm superiore allo zero idrometrico in inverno e di un metro in estate. Per far fronte alla siccità di alcuni anni fa, nel 2010 è stata stabilita l'altezza costante di un metro e mezzo, estate e inverno, sopra lo zero, in modo che la portata del Ticino fosse sempre al di sopra di un certo livello. 

Nel 2014 però il livello è stato abbassato a 125 cm in estate: con l'innalzamente delle acque infatti le spiagge svizzere venivano "mangiate", con gravi danni al turismo. Questo però ha provocato un abbassamento anche del Ticino. 

"È un momento drammatico del nostro fiume - spiega Gian Pietro Beltrami, presidente del Parco del Ticino - Il corso d'acqua è pressoché attraversabile a piedi e la biodiversità è in grave pericolo". 

A preoccupare, in particolare la Coldiretti, durante l'autunno scorso era stato il Po, il più grande fiume d'Italia che a dicembre ha raggiunto livelli idrometrici praticamente come quelli dell'estate. Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di annunci allarmistici fatti dagli esperti, poi purtroppo rivelatisi veri.

Il 2016, che sta per concludersi, è stato l'anno della siccità, l'anno in cui anche l'Italia ha compreso che i cambiamenti climatici, di cui tanto si è parlato nel corso della Conferenza sul clima di Parigi, e i rischi che ne conseguono sono già in atto. Gli esperti hanno più volte lanciato l'allarme desertificazione: "L'inverno anomalo - spiegava Gianmaria Sannino, responsabile di Modellistica climatica e impatti dell'Enea ad Askanews a febbraio - è la prova che l'Italia sta andando verso un clima africano, con sempre maggiore frequenza dell'anticiclone africano a scapito di quello delle Azzorre e concrete possibilità di desertificazione. Bisogna correre ai ripari molto rapidamente per contenere l'aumento della temperatura sotto i 2 gradi". E questo vale soprattutto per il Mediterraneo, "un hot spot climatico, uno dei posti più soggetti ai cambiamenti perchè al centro di tante configurazioni climatiche differenti" e con "configurazioni geografiche particolarmente delicate". 

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