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Martedì, 23 Aprile 2024
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Brexit, l'appello degli ecologisti ai partiti: non rottamate le leggi sulla qualità dell'aria

L'esito del referendum, che ha sancito l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, secondo la Ong ClientEarth potrebbe avere delle conseguenze negative sull'ambiente

L'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea preoccupa molto gli ambientalisti. Le leggi imposte dall'Ue ai paesi membri hanno fatto sì che i governi di quest'ultimi siano stati costretti ad intervenire in tema di qualità dell'aria, sostanze tossiche, trasparenza e molto altro ancora. Adesso le cose potrebbero cambiare; anche perchè tra coloro che hanno votato per la Brexit potrebbero esserci diversi ecoscettici.

"Gli elettori hanno reso note le loro osservazioni sul futuro della Gran Bretagna fuori dall'Europa. Rispettiamo questa decisione democratica, naturalmente, ma mi lascia sconvolto, deluso ed estremamente preoccupato per il futuro ambientale nel Regno Unito", ha dichiarato il Ceo della Ong ClientEarth James Thornton che motiva il suo commento spiegando che "molte delle leggi che l'organizzazione utilizza per garantire che la natura e la salute siano protette in Gran Bretagna sono state redatte con l'accordo del Regno Unito a Bruxelles"; inoltre "durante la campagna fatta per Brexit i sostenitore del 'Leave' non hanno avuto una posizione unitaria in materia ambientale". 

Brexit significa quindi anche che le leggi sulla qualità dell'aria, che il Regno Unito non ottempera già adesso, potrebbero essere indebolite o rottamate.

Per correre ai ripari ed evitare che a pagare la scelta dei 'Leave' sia l'ambiente ClientEarth lancia una sfida ai politici di tutti i partiti affinchè prendano impegni per contrastare i cambiamenti climatici. "Leggi deboli sull'ambiente sarebbero una catastrofe. Useremo i mesi e gli anni a venire per sollecitare il governo del Regno Unito ad essere all'altezza delle leggi comunitarie attuali", ha concluso James Thornton.

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