rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
life

Ecomafie: reati ambientali in calo, 'sporca' la filiera agro-alimentare

L'introduzione degli ecoreati sta avendo i suoi frutti. Diminuiscono anche le infrazioni nel ciclo del cemento e dei rifiuti. Crescono invece i reati contro gli animali e soprattutto gli incendi. E' questo il quadro che emerge dal rapporto Ecomafie 2016 di Legambiente. Il ministro Galletti: "C'è ancora tanto lavoro da fare"

Si vedono i primi segnali nella lotta agli ecoreati: dopo l'introduzione dei delitti contro l'ambiente nel Codice penale, nel Paese c'è un'inversione di tendenza, ma la mafia la fa ancora da padrone e la corruzione resta un fenomeno dilagante. E' quanto emerge dal rapporto Ecomafie 2016 di Legambiente, edito da Edizioni Ambiente con il sostegno di Cobat, e presentato oggi a Roma al Senato. Dimuiscono anche le infrazioni nel ciclo del cemento e dei rifiuti. Crescono, invece, gli illeciti nella filiera agro-alimentare, i reati contro gli animali e soprattutto gli incendi, con un’impennata che sfiora il 49%.

L'APPELLO DEL PRESIDENTE DI LEGAMBIENTE. "Non dobbiamo sottovalutare il fenomeno della corruzione, vera e propria mafia del nord. Contro l’Ecomafia creare lavoro nei territori a rischio e sostenere le imprese che puntano su ambiente e legalità. Quando lo Stato è assente la criminalità organizzata avanza. Deve essere una presenza costante e credibile”, commenta Rossella Muroni.

I DATI POSITIVI. Nel 2015 diminuiscono gli illeciti ambientali accertati: sono 27.745, più di 76 reati al giorno, più di 3 ogni ora. C'è dunque ancora molto da fare, ma salgono a 188 gli arresti, mentre diminuiscono le persone denunciate e i sequestri. In calo il business delle ecomafie che nel 2015 è stato di 19,1 miliardi, quasi tre miliardi in meno rispetto all’anno precedente quanto ha raggiunto quota 22 miliardi. "Un calo - spiega Legambiente - dovuto principalmente alla netta contrazione degli investimenti a rischio nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, che hanno visto nell’ultimo anno prosciugare la spesa per opere pubbliche e per la gestione dei rifiuti urbani sotto la soglia dei 7 miliardi, a fronte dei 13 dell’anno precedente".

I DATI NEGATIVI. I roghi hanno mandato in fumo più di 37 mila ettari e più del 56% si è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso: alla Campania va la maglia nera per il numero più alto di infrazioni, 894 (quasi il 20% sul totale nazionale), seguita da Calabria (692), Puglia (502), Sicilia (462) e Lazio (440). Le Ecomafie continuano i loro affari anche nel racket degli animali con 8.358 reati commessi nel 2015. A rischio anche i beni culturali: lo scorso anno ne sono stati recuperati o sequestrati dalle forze dell'ordine per un valore che supera abbondantemente i 3,3 miliardi. Un valore 6 volte superiore a quello registrato nell'anno precedente, quando si era "fermato" intorno ai 530 milioni.

LA CLASSIFICA REGIONALE. Campania prima nella classifica regionale degli illeciti. Lazio prima al centro, Liguria prima al Nord.

MappaRegioni_Ecomafie-2

ecomafia_slide-2

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ecomafie: reati ambientali in calo, 'sporca' la filiera agro-alimentare

Today è in caricamento