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Martedì, 23 Aprile 2024
LA SCOPERTA

Addio inquinamento da rifiuti elettronici, ora gli oggetti si autodistruggono

Il non corretto smaltimento di questi particolari materiali nuoce all'ambiente. Dall'università dell'Illinois arriva la soluzione al problema

Quello dei rifiuti elettronici non è un problema da poco: il loro non corretto smaltimento infatti è causa d'inquinamento. Dall'Illinois però arriva la soluzione per mettere per sempre fine all'abbandono di questi materiali nell'ambiente: i ricercatori hanno sviluppato dei dispositivi in grado di "autodistruggersi", anche a comando e a distanza. 

Come? Al fine di spiegarlo i ricercatori, guidati dal professore di ingegneria aerospaziale Scott R. White, hanno pubblicato il loro lavoro sulla rivista Advanced Materials. "I dispositivi di calore attivati - si legge nell'articolo - utilizzano circuiti stampati su magnesio molto sottili, materiali flessibili. I ricercatori hanno intrappolato goccioline microscopiche di un acido debole in cera, e rivestito i dispositivi con la cera. Quando i dispositivi sono riscaldati, la cera si scioglie, liberando l'acido. L'acido dissolve il dispositivo in modo rapido e completo. Per attivare a distanza la reazione, i ricercatori hanno incorporato un ricevitore di radio frequenza ed una bobina di riscaldamento a induzione nel dispositivo. L'utente può inviare un segnale e attivare la bobina per riscaldare, così la cera si fonde e il dispositivo si dissolve".

"Abbiamo dimostrato che i materiali di elettronica possono esserci quando ne avete bisogno e scomparire quando non avete più bisogno di self-destructionRifiutiElettronici-2 loro", dichiara White. "Questo è un modo per creare la sostenibilità nei materiali che vengono utilizzati nell'elettronica moderna. Questo è stato il nostro primo tentativo di utilizzare uno stimolo ambientale per innescare la distruzione".

Lo studio. Il gruppo Rogers, 'pioniere dei dispositivi transitori che si dissolvono in acqua', ha collaboratore allo studi insieme al gruppo di ricercatori dell'università e così facendo i due gruppi di ricerca multidisciplinari hanno affrontato il problema di utilizzare altri strumenti per abbattere i dispositivi, tra cui la luce ultravioletta, il calore e le sollecitazioni meccaniche. L'obiettivo, raggiunto, era quello di trovare il modo per disintegrare i dispositivi in ​​modo che i produttori possano riciclare i materiali costosi contenuti nei dispositivi usati.

Il video dimostrativo:

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