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Venerdì, 29 Marzo 2024
CAMBIAMENTI CLIMATICI

E' allarme siccità, l'Italia rischia la desertificazione: clima sempre più africano

All'inverno più secco di sempre seguirà probabilmente una primavera altrettanto secca. Gianmaria Sannino dell'Enea: "Si tratta ormai di una situazione sistematica"

I cambiamenti climatici, di cui tanto si è parlato nel corso della Conferenza sul clima di Parigi, e i rischi che ne conseguono sono già in atto, anche in Italia, e sono davanti agli occhi di tutti: non piove quasi più e i fiumi sono asciutti. Il 2015 è stato l'anno della siccità, con una stagione invernale che resterà alla storia per le alte temperature registrate (le più alte in assoluto) e, purtroppo, la situazione metereologica non subirà l'inversione di tendenza sperata. A dichiararlo ad Askanews è Gianmaria Sannino, responsabile di Modellistica climatica e impatti dell'Enea. "L'inverno anomalo - spiega l'esperto - è la prova che l'Italia sta andando verso un clima africano, con sempre maggiore frequenza dell'anticiclone africano a scapito di quello delle Azzorre e concrete possibilità di desertificazione". 

Secondo Sannino, tali anomalie registrate in Italia "sono sicuramente collegate a El Nino, uno dei pochi eventi periodici lontani che possono avere influenze in Europa e che sta facendo registrare, sulle coste cilene, livelli di trasferimento di calore dall'oceano all'atmosfera come non se ne vedevano da tempo". Il fatto poi che "gli ultimi 10 anni siano stati quelli più caldi dal 1880 ad oggi e che il 2015 sia stato in assoluto l'anno più caldo, tra l'altro togliendo il primato al 2014", concorre a indicare come si tratti "ormai di una situazione sistematica". "La desertificazione dell'Italia è una di quelle cose che potrebbe capitare ed è linea con quelle proiezioni prese per buone alla Cop21", ha aggiunto Sannino, per il quale "bisogna correre ai ripari molto rapidamente per contenere l'aumento della temperatura sotto i 2 gradi". E questo vale soprattutto per il Mediterraneo, "un hot spot climatico, uno dei posti più soggetti ai cambiamenti perchè al centro di tante configurazioni climatiche differenti" e con "configurazioni geografiche particolarmente delicate". Sul fronte delle previsioni stagionali, l'attuale siccità "non depone bene per i messi successivi - ha premesso il ricercatore dell'Enea -: le previsioni sono ancora sperimentali ma è probabile che la prossima primavera sia secca e calda e che si avrà un'estate con temperature nella media". 

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