Nomadi digitali: viaggiare e lavorare da remoto, nonostante il Coronavirus
Sono tanti i nomadi digitali in giro per il mondo, che hanno scelto di elidere il concetto di ufficio e di sostituirlo semplicemente con il proprio pc. Quotidianità, piattaforme utili e suggerimenti
Dal un lato gli smart worker, che lavorano da remoto e sono in aumento a causa del Coronavirus; dall’altro una categoria di lavoratori freelance, viaggiatori instancabili, nonostante il Coronavirus. Sono tanti i nomadi digitali in giro per il mondo, che hanno scelto di elidere il concetto di ufficio e di sostituirlo semplicemente con il proprio pc. Per scelta di vita si avventurano dove li porta l’immaginazione: ciò che conta è una connessione wi-fi. Molti di loro si occupano di social network, copywriting, linguaggi di programmazione o sono founder della propria startup.
In questo momento difficile, per un'intera generazione che ha fatto della mobliità il proprio stile di vita non è facile scegliere cosa fare, se tornare a casa o restare dove si è scelto di vivere. Spostarsi in Australia o in Sud America, ma anche alle Canarie, è per i nomadi digitali un’occasione per migliorare la propria qualità di vita. Ma come si articola la quotidianità di un nomade digitale? Se non sono biblioteche o caffetterie, spesso si elegge il coworking come punto di approdo, del resto su CoWorker è semplice trovare una postazione in ogni città del mondo, prenotarla e pagare on line.
Sono moltissime le piattaforme per trovare un appartamento o una stanza da affittare, come Anyplace. Infine esiste anche un vero e proprio social network dedicato interamente ai Digital Nomad: Nomad network, dov'è possibile organizzare eventi e invitare "nomadi" e locali, avviare discussioni e dare e ricevere consigli.
Dubbi su quale città scegliere? Viene in aiuto Nomad List, che aiuta l'utente a valutare il costo della vita, la qualità dell’aria e del clima, la sicurezza, le attrazioni culturali e la vita notturna (e tantissimi altri filtri) di oltre 1300 città del mondo. Non solo, agevola l'interazione tra oltre 13mila utenti registrati. Le più "quotate" in questo momento sono: Da nang in Vietnam, Canguu e Ubud a Bali e per restare in Europa Tenerife, Lisbona, Budapest e Berlino. Ottime posizioni anche per Buenos Aires, molte città tailandesi e Auckland, in Nuova Zelanda.
"Scoprire nuovi posti e culture, non da turista ma da viaggiatore, continuando a lavorare come se fossi a casa - racconta Gianpiero Versace, copywriter e nomade digitale, che al momento si trova a Las Palmas di Gran Canaria, la capitale dell’arcipelago - era un’opportunità troppo grande e suggestiva per non coglierla. È anche un modo per mettersi alla prova, uscendo totalmente dalla propria comfort zone. Nuovi posti, nuove persone, nuove sfide personali. Da un’esperienza del genere si torna sicuramente diversi. E poi, era anche forte l’idea di “saltare l’inverno”. Il piano iniziale era di trascorrere qui i mesi più freddi dell’anno e tornare a Pasqua. Vorrei dire che la prospettiva sia certamente ancora questa ma non posso farlo. Seppure qui l’emergenza non sia ancora arrivata e tutto proceda in modo normale, ogni giorno aumentano i voli verso l’Italia cancellati. Difficile dire cosa accadrà nelle prossime settimane".
Molti lavoratori digitali preferiscono lavorare dai coworking space, ma non tutti: "Io riesco a concentrarmi maggiormente da casa - racconta - esco al mattino per fare colazione e faccio due passi sul lungomare della città che affaccia sull’Atlantico, la pausa pranzo la passo in spiaggia, poi la sera esco per cena o per bere qualcosa. La città è viva, cosmopolita, divertente. Detto questo, non sono mica qui in vacanza... Il ritmo lavorativo resta praticamente lo stesso - almeno 8 ore al giorno al PC sono inevitabili - ciò che è diverso è il contorno. Le cose, poi, cambiano nel weekend: l’isola è meravigliosa e c’è sempre qualcosa di nuovo da esplorare. Peraltro, abbiamo appena vissuto l’esperienza del Carnevale (quello delle Canarie viene considerato il secondo al mondo, ndr)".
Uno dei problemi che un digital nomad può incontrare è legato alle occasioni di socializzazione: "arrivi in un posto nuovo, dove non conosci nessuno e non hai neppure un ufficio di riferimento. Niente. Ciò che conta è cercare le occasioni in cui stringere amicizie. La comunità dei digital nomads a Las Palmas è di gran lunga la più sviluppata delle Isole Canarie e una delle più ampie del continente. Qui sono molti i ragazzi che vengono da Est e Nord Europa in particolare: Ucraina, Polonia, Lettonia, Bulgaria, Svezia ma anche Germania, Olanda, Regno Unito. Diciamo in particolar modo dai Paesi dove il desiderio di evitare l’inverno è davvero impellente..."
Ma come selezionare la meta ideale? “Direi di procedere in modo analitico. Non è una vacanza e non si tratta di pochi giorni, abitualmente significa spostarsi per almeno un paio di mesi e la scelta va fatta con grande attenzione. Ognuno ha esigenze diverse e sa quali siano le cose che maggiormente incidono sulla sua percezione della qualità di vita. Consiglierei allora di appuntarsi quali siano i 4 o 5 aspetti che si reputano fondamentali (per esempio, clima, occasioni di divertimento, fuso orario rispetto all’Italia, costo della vita...) e fare una short-list con 2 o 3 destinazioni al massimo. A quel punto cercare online (blog o siti dedicati al digital nomading) informazioni utili a capire se l’idea che abbiamo di quel posto corrisponda alla realtà o meno. È un’attività che può richiedere un po’ di tempo ma posso assicurare che sia decisiva per godersi a pieno l’esperienza dopo, senza rimpianti. Ed è anche divertente setacciare la rete a riguardo…”