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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Alda D'Eusanio offende un disabile: scoppia il caso

"Questa non è vita": la dichiarazione in diretta tv della D'Eusanio rivolta a un ragazzo che si è risvegliato dopo 10 anni di coma ha indignato i genitori. Anche "L'Avvenire" interviene: "La Rai chieda scusa"

Una scena a dir poco imbarazzante quella andata in onda a "La vita in diretta". Un servizio ha raccontato la storia di Max Tresoldi, un ragazzo che si è svegliato dal coma dopo 10 lunghi anni e che al risveglio ha perso le funzioni vitali più importanti, come la capacità di parlare e camminare. Durante il collegamento con Max e la sua famiglia, Alda D'Eusanio, ospite in studio, ha avuto un'uscita davvero infelice.

"Quella non è vita - ha detto - Rivolgo un appello pubblico a mia madre, se dovesse accadermi quel che è accaduto a Max, non fare come sua mamma. Tornare in vita senza poter essere più libero, soffrire ed avere uno sguardo vuoto come il suo, non è vita". In studio è sceso il gelo e Franco Di Mare, che moderava il collegamento, si è subito scusato e dissociato dall'intervento.

Dopo la pubblicità Alda D'Eusanio non era più presente e la mamma di Max è voluta intervenire a tutti i costi: "Voglio dire a quella signora che io non ho riportato in vita mio figlio, mio figlio è sempre stato in vita. E la sua vita è bella così com’è".

La dichiarazione di Alda D'Eusanio non solo ha scatenato la polemica, ma ha fatto scoppiare un vero e proprio caso. Sulla vicenda è intervenuto anche il quotidiano cattolico "L'Avvenire" che ha scritto: "La Rai chieda scusa per le parole della D’Eusanio. Non l’ha sfiorata il dubbio che quella 'non vita' la stava ascoltando, non ha visto l’indignazione che passava in quello 'sguardo vuoto', e nemmeno l’agitazione di Max sulla sedia a rotelle, arrabbiato di non poter urlare, proprio come nei dieci anni di stato vegetativo. Ha chiesto che con lei non venisse mai fatto quello che ha fatto la mamma di Max. Ovvero non abbracciarla, non baciarla, non lavarla, non girarla nel letto, non darle pranzo e cena... Perché solo questo ha fatto Ezia, insieme al marito Ernesto e a quel mare di amici di Max conosciuti all’oratorio o sui campi di calcio, non terapie invasive, non respiratori o cannule, non accanimenti. Ha curato e amato".

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