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Giovedì, 28 Marzo 2024
Film al Cinema

'A Tor Bella Monaca non piove mai' di Marco Bocci, storie di ordinaria periferia contro il pregiudizio

L'attore debutta alla regia con un film di denuncia: "Una realtà che ho vissuto in prima persona. Racconto la dimensione umana oltre la criminalità". Nel cast Libero De Rienzo, Andrea Sartoretti, Giorgio Colangeli ed Antonia Liskova. Al cinema dal 28 novembre

Quando a casa della famiglia Borri, a Tor Bella Monaca, viene a mancare la nonna, non c'è molto tempo per piangere. Era anche grazie alla sua pensione che Mauro, Romolo e i genitori Lucia e Guglielmo riuscivano ad arrivare alla fine del mese ed ora, esasperati dalla vita di privazioni della periferia, sono costretti a trovare al più presto una nuova soluzione per pagare l'affitto e riuscire a fare la spesa. Peccato però che le prospettive offerte dal quartiere sono tutt'altro che incoraggianti per chi cerca un impiego onesto. Comincia così 'A Tor Bella Monaca Non Piove Mai', esordio alla regia di Marco Bocci al cinema dal 28 novembre, dramedy dalle sfumature crime e grottesche, con Libero De Rienzo, Andrea Sartoretti, Giorgio Colangeli, Lorenza Guerrieri ed Antonia Liskova, incentrato proprio sulla marginalità del singolo nelle periferie, sulla vulnerabilità di lasciarsi tentare dal guadagno facile. Da qui la domanda: cattivi si nasce o si diventa? 

Tra l'alienazione dei casermoni grigi e fatiscenti, l'empatia di una colonna sonora che spazia dal rock all'elettronica e la regia consapevole di Bocci (che proprio qui ha vissuto da ragazzo, dopo essersi trasferito in città dalla sua Perugia, alla ricerca del successo), Tor Bella Monaca diventa emblema di tutte quelle periferie dove anche la normalità, fatta di un tetto sopra la testa e un lavoro che garantisca un ruolo nella società, è solo utopia. Non la narrazione della criminalità a cui ci hanno abituato le cronache e le produzioni degli ultimi tempi, con Roma che da set della Dolce Vita è diventata emblema del disagio periferico, ma l'esplorazione della dimensione umana vista dal 13esimo piano delle case popolari. E quindi la lotta di una famiglia che fa di tutto per restare unita ed andare incontro al futuro a testa alta. Ma quando alcuni amici di Mauro (De Rienzo) si mettono in testa di rapinare niente meno che la mafia cinese, la tentazione di lasciarsi coinvolgere è troppo forte e l'"impiccio pe' svortà" sembra l'unica soluzione. 

A Tor Bella Monaca non piove mai, Marco Bocci e Andrea Sartoretti: "Troppi pregiudizi sulla periferia, raccontiamo la lotta degli onesti" (VIDEOINTERVISTA)

Bocci: "Anche mio padre lottò contro un inquilino moroso. Volevo farmi giustizia da solo, poi ho sfogato la rabbia in un libro"

"Volevo raccontare una periferia alternativa, dove non c'è solo la piazza di spaccio, ma anche una famiglia di sani principi - ha spiegato Bocci - Ho vissuto in passato in questi luoghi, così ho abbandonato i clichè per incentrare l'attenzione sull'amore tra fratelli. L'unica scena di rapina che ho inserito in sceneggiatura è allegorica dello stato d'animo dei protagonisti e non realistica". Ad animarlo nella scrittura della storia, già raccontata nell'omonimo libro pubblicato tre anni fa, è stata una vicenda personale emblema delle mille ingiustizie dell'Italia di oggi. "Proprio come Guglielmo (Colangeli, ndr), anche mio padre, ex artigiano con la pensione ai minimi, si è trovato alle prese con un inquilino moroso che non gli pagava l'affitto. Aveva lavorato cinquant'anni per comprarsi un locale in cui lavorare, sperando che poi potesse diventare la sua pensione a vita, e invece si è ritrovato da anziano a pagare tasse e contributi senza avere alcuna tutela. Era un'ingiustizia troppo grande per essere opinabile e, a quel tempo, cercavo qualcosa che potesse dargli giustizia. 'Ora vado da questo e gli spacco la testa', pensavo. Ma, dopo una settimana di appostamenti sotto casa, ho capito che non era la mia natura. Così ho sfogato la rabbia in scrittura e al personaggio di Mauro ho fatto fare quel passo in più prima del quale io mi sono fermato". 

Un cast d'eccezione in un dedalo di ingiustizie sociali

Nel film, a destraggiarsi in un dedalo di ingiustizie sociali, c'è un cast d'eccezione. "Abbiamo respirato la gente, siamo diventati quei colori, quella sfumatura di grigio", dichiara De Rienzo, a cui è affidato il ruolo principale di Mauro, uomo pulito che si improvviserà, a sue spese, un criminale dilettante. Chi, invece, ha lasciato la delinquenza nel passato per provare a trovare redenzione nel presente è il fratello Romolo, interpretato da Sartoretti, su cui però pende la scure del pregiudizio della gente: "Non pretende la felicità, ma almeno la normalità. Uno stato d'animo diffuso e strettamente attuale". 

La statura di Giorgio Colangeli, nei panni del padre Guglielmo, è una certezza della cinematografia nostrana. "Questo non è il classico film sul 'piamose questo e piamose quest'altro', ma tratta temi che inducono alla riflessione - ha precisato - Partivo con il pregiudizio nei confronti di Marco. Pensavo che sarebbe stato il classico attore che si inventa regista e si affida totalmente al direttore della fotografia. Uno di quelli che impongono agli attori di fare le cose proprio come le avrebbe fatte lui, rendendo quindi tutto monocorde e 'piccolo', invece ha saputo accogliere vizi e fragilità di tutti". Stravolte le sembianze di Liskova, nei panni di Samantha, compagna di Mauro, che perde la sua grazia per fare posto ad un personaggio crudo e innamorato allo stesso tempo. Moglie di Romolo, Lucia, è invece Fulvia Lorenzetti: "Io sono originaria proprio di questi luoghi, di Torre Spaccata. E nel film ho riconosciuto la verità".

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