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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cinema

A Roma un Festival che vuole e prova a ritornare Festa

Presentato il programma dell'ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma

L'anno scorso il primo festival targato Müller fu chiaramente un festival di sperimentazione. Quest'anno gli occhi sono tutti puntati sull'Auditorium in attesa di vedere quello che nel 2012 mancò. Le aspettative erano tante ma il programma dell'ottava edizione del Festival Internazionale del Film di Roma lascia ancora qualche dubbio anche se sicuramente segna un passo avanti.

Il Festival di Roma fatica ancora un po' a trovare la propria identità e quest'anno è tornato ad essere un Festival/Festa dominato da una "schizofrenia addomesticata", secondo le parole del direttore artistico Marco Müller, che non ha nascosto di accarezzare il sogno di fare di Roma la "Toronto europea".

Niente più "anteprime mondiali a tutti i costi", come fu nel 2012, ma film interessanti con grandi nomi.

L'apertura di quest'anno è affidata all'italiano "L'ultima ruota del carro" di Giovanni Veronesi, che segna per Muller il ritorno alla grande commedia all'italiana (lo scorso anno il film di apertura fu "Aspettando il mare" di Bakhtiar Khodojnazarov), mentre il thriller cinese "The White Storm" di Benny Chan chiuderà la rassegna.

Müller ha presentato il programma, variegato e senza un apparente fil rouge o tematica, che vede in concorso 18 film, di cui 12 in prima mondiale, 5 in prima visione internazionale e uno in anteprima per l'Italia. Tre gli italiani in concorso, espressione del nuovo cinema italiano che lavora a 360 gradi, assicura Müller: "I corpi estranei" di Mirko Locatelli,"Take Five" di Guido Lombardi e "Tir" di Alberto Fasulo.

Sono già stati annunciati quattro film internazionali in concorso, tutti interpretati da cast stellari che potenzialmente potrebbero fare una capatina sul tappeto rosso: "Another me" di Isabel Coixet, "Dallas Buyers Club" di Jean-Marc Vallée, "Her" di Spike Jonze, "Out of the furnace" di Scott Cooper. In concorso ci sono anche "Ben o degilim" di Tayfun Pirselimoglu, "Entre nos" del brasiliano Paulo Morelli, le opere prime "Gass" dell'iraniano Kiarash Asadizadeh, "Lanse Gutou" del cinese Jian Cui, "Volantin Cortao" dei cileni Diego Ayala e Anibal Jofré. Ma ci sono anche "Manto Acuifero" di Michael Rowe (Messico), "Mogura no uta" di Takashi Miike (Giappone), "Quod erat demonstradum" di Andrei Gruzniczki (Romania), "Sebunsu Kodo" di Kiyoshi Kurosawa (Giappone), "Sorg og Glaede" di Nils Malmros (Danimarca) e "A Vida invisivel" di Vitor Goncalves (Portogallo).

La nutrita pattuglia dei film italiani prosegue nella sezione fuori concorso, dove ci sono tra gli altri anche "The Green inferno" di Eli Roth, il secondo capitolo della saga di Hunger Games ""La ragazza di fuoco", "Romeo and Juliet" di Carlo Carlei con Douglas Boot, Hailee Steinfeld, Damian Lewis e Paul Giamatti. In prima internazionale c'è il filmone "Stalingrad 3D" di Fedor Bondarchuk e anteprima mondiale c'è "Gods behaving badly" di Mark Turtletaub con Christopher Walken, Sharon Stone, John Turturro.

Tanti gli omaggi. Inevitabili quelli a Giuliano Gemma, che è anche l'occasione per una retrospettiva sul genere peplum che lo vide protagonista fra i più rappresentativi, Renato Castellani nel centenario della sua nascita (che è anche l'occasione per ricordare Anna Magnani con "Nella città l'inferno), Carlo Lizzani, del quale viene proiettato uno dei suoi film più celebri e interessanti come "Il processo di Verona", e naturalmente Federico Fellini, nel ventennale della scomparsa, che sarà celebrato con una serie di proiezioni e documentari. Il premio alla carriera - postumo  va a Aleksei Jurevic German, del quale sarà proiettato in anteprima mondiale "E' difficile essere un dio", il suo ultimo film. Mancano all'appello il programma della sezione CinemaXXI, da sempre la più interessante, che sarà annunciato nelle prossime settimane.

E le stelle? Ancora una volta Müller non si sbottona e non si riesce a scucirgli nemmeno un nome, salvo l'assicurazione che quest'anno ci sarà una dose alta di divismo e che tutte le sere ci sarà un grande film americano con i suoi divi.

Il Festival tornerà, come sempre all'Auditorium Parco della Musica progettato da Renzo Piano, dall'8 al 17 novembre.

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