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Sabato, 20 Aprile 2024
Musica

I Muse smentiscono le mazzette per il concerto a Roma ma la Questura indaga

Il promoter italiano del gruppo ha diffuso una nota per smentire le dichiarazioni di Matt Bellamy al tabloid "The Sun", mentre la Questura ha avviato degli accertamenti

Era solo questione di tempo e le dichiarazioni dei Muse sulle mazzette pagate per potersi esibire all'Olimpico con il loro fuochi d'artificio sono state smentite.

Il promoter italiano del gruppo, Vivo Concerti, ha rilasciato una nota per chiarire la situazione.

"Non c’è stato alcun tentativo di corruzione in riferimento ai loro concerti in Italia. Sono state pagate le tasse previste per il lavoro fatto da tecnici e ingegneri esterni, per ottenere i necessari permessi dalle autorità locali - scrive Vivo Concerti - Questo riguarda anche i fuochi di artificio e i certificati di sicurezza in linea con gli standard adottati per tutti i gruppi che si esibiscono in Italia, in aggiunta ai certificati già approvati dalle autorita’ negli altri Paesi europei dove i Muse si sono esibiti quest’estate".

Tutto risolto, quindi? 

No, secondo la Questura di Roma, che ha avviato degli accertamenti in seguito alle dichiarazioni di Matt Bellamy al tabloid "The Sun" riguardanti il concerto dei Muse a Roma il 6 luglio scorso, e ha chiesto di acquisire l'intera intervista al frontman della band inglese e tutti i documenti riguardanti i permessi per quella serata. 

"Quelle di Bellamy sono parole gravi", ha stigmatizzato uno dei decani dei promoter di concerti in Italia, Roberto De Luca, patron di Live Nation. "Forse sarebbe il caso di fare nomi e cognomi delle persone a cui fa riferimento - è il suo commento - Io in 33 anni di professione non ho mai pagato una tangente. Noi abbiamo organizzato il concerto dei Rammstein a Capannelle qualche giorno dopo, uno show che si basa quasi esclusivamente su giochi pirotecnici e non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di tangente".

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