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Giovedì, 28 Marzo 2024
Musica

INTERVISTA | Alessandro Canino dopo ‘Ora o mai più’: “Presto un nuovo album. Il sogno più grande? Duettare con mia figlia Guya”

Reduce dall'esperienza nel programma di Rai 1, il cantante fiorentino racconta le sue ambizioni, tra carriera e vita privata. In radio c'è il nuovo singolo "Il nostro amore perfetto"

Il 1992 è stato un anno "incredibile" per Alessandro Canino. La partecipazione al Festival di Sanremo con "Brutta", canzone indimenticabile che lo ha consegnato all'immaginario collettivo e che ancora oggi è considerata il primo vero e proprio manifesto contro il bullismo. Poi la nascita di Guya, l'adorata figlia "profondamente voluta" e accanto alla quale racconta di essere "cresciuto insieme". E tutto a soli 19 anni. Da allora di anni ne sono passati 26, e oggi il cantante fiorentino, tornato alla ribalta con la partecipazione alla trasmissione "Ora o mai più", coltiva i sogni di un uomo maturo. Uno in particolare colpisce più degli altri, ripensando al ragazzino che si esibì a Sanremo: quello di unire i pilastri della sua vita in un duetto, celebrare il rinnovato successo accanto alla sua 'erede', che dal papà ha ereditato la stessa passione per la musica. Tra concerti, manifestazioni e la promozione dell'inedito "Il nostro amore perfetto", Canino sta già lavorando al nuovo album, prossimamente in uscita. 

Quinto classificato a "Ora o mai più", il talent delle seconde possibilità. Come ha cambiato il tuo bagaglio?

Quando ho deciso di partecipare è stato perché avevo capito che non si sarebbe trattato del classico "passaggio televisivo" ma di un vero e proprio percorso attraverso cui far conoscere la vita professionale e personale degli artisti. E' stata un'esperienza straordinaria, che Rai 1 ha costruito intorno a grandi professionisti: i concorrenti, i maestri, Amadeus (conduttore, ndr). Non ho mai guardato alla classifica, siamo tutti vincitori: il mio scopo era permettere al pubblico di capirmi meglio. 

Obiettivo centrato?

Dai tanti contatti che ricevo sui social, ho capito che è arrivato il messaggio corretto: quello cioè che, in qualsiasi condizione la vita ci pone, bisogna sempre affrontare tutto con positività. Fondamentale anche la collaborazione con Loredana Berté, mia maestra. A volte può dare l'impressione di essere una donna aggressiva, ma il suo modo di porsi ha lo scopo di provocare una reazione costruttiva. In se stessa e nell'interlocutore. Nel mio caso ha saputo tirare fuori una parte più "rock", quella che magari a livello artistico il pubblico poteva non aspettarsi. 

Ne è nato l'inedito "Il nostro amore perfetto". Perché lo senti "tuo"?
Mi entusiasma sia dal punto di vista tecnico che contenutistico. Nasceva come canzone da interpretare anche solamente con pianoforte e voce, e invece mi ha reso felice svilupparla in maniera così moderna, diretta e quasi ballabile. Come sempre, poi, vivo con intensità il testo del brano: le storie che si raccontano vanno "sentite" in prima persona. 

Come è cambiato il confronto con il successo dai 19 anni ad oggi?
L'emozione è la stessa. Forse all'epoca c'era un pizzico di spensieratezza in più. Ma posso assicurare che anche allora vivevo con enorme responsabilità ciò che mi stava accadendo: sfido chiunque ad arrivare sul palco di Sanremo con la sicurezza che la propria performance sarà impeccabile; prima dell'esibizione sei inondato da emozioni e dalla consapevolezza che non stai lavorando solo per te stesso ma anche per la squadra che ti sostiene dietro le quinte. La soggezione dei grandi palchi non ha età. 

E intanto diventavi padre. 
Quello è stato un anno incredibile, in cui sono accadute moltissime cose. Ero molto giovane ma mia figlia è stata assolutamente voluta. All'epoca fare un figlio da giovani era la normalità, oggi putroppo è diventato un concetto strano. Io sono felice di poter dire di essere cresciuto con lei e di condividerci la vita. 

Da te ha ereditato la passione per lo spettacolo. 
Sin da bambina ho notato in lei l'esigenza di esprimere la sua creatività. Ha studiato danza, poi ha fatto musical. Ma la sua è sempre stata un'ambizione innata, non è mai stata forzata da me. Forse ce l'aveva nel sangue e oggi sta portando avanti i suoi sogni con le doti e tutti gli sforzi necessari. Il mio sogno invece oggi è quello riuscire a calcare un palco insieme a lei. Sarebbe bellissimo duettare nel nuovo disco, o semplicemente incidere un singolo. Mi renderebbe l'uomo più felice del mondo. 

Un artista come te, che arriva dalla gavetta dei pianobar, consiglierebbe mai alla figlia di passare dal talent show?
A patto che il talent venga vissuto come una esperienza, utile ad arricchirsi grazie agli insegnamenti dei maestri e al confronto con il mondo dello spettacolo. Considero fondamentale la gavetta fatta di studio, locali, pianobar, in modo da arrivare preparati al successo. Anche per imparare a gestire eventuali delusioni.  

Prossimi progetti? 
Un'estate alle prese con impegni lavorativi, in Italia e all'estero, dove esiste una comunità di italiani così forte da essere inimmaginabile finché non ci si ritrova 15mila persone sotto il palco. Chissà, poi, che non organizzeremo eventi in comune con gli altri concorrenti di "Ora o mai più": si è creato un rapporto molto stretto tra noi, fatto di scambio professionale e di condivisione della quotidianità. Abbiamo un gruppo Whatsapp in cui ci sentiamo quotidianamente, informandoci l'un l'altro del proprio percorso. E' una cosa che accade raramente nel mondo dello spettacolo, dove è più facile che un artista sia egoista e pensi ai propri affari. Un aspetto, questo, in cui non mi sono mai rispecchiato: ho sempre legato molto con le persone che ho incontrato nel mio percorso. Anche confrontarsi, artisticamente e non solo, è sentirsi vivi. 

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