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Venerdì, 29 Marzo 2024
Musica

Le 10 canzoni più belle di Fabrizio De André (secondo noi)

A 20 anni dalla scomparsa del cantautore, una rassegna dei brani che più lo ricordano

11 gennaio 1999: sono vent’anni che questa data è fissa nella memoria collettiva come il giorno dell’addio a uno dei cantautori più conosciuti e apprezzati della storia della nostra musica.

Dici ‘Fabrizio De André’ e si apre un mondo. Un universo fatto di canzoni, di poesie, di pensieri accompagnati da quel tipo di musica talmente insita nel dna degli italiani che mica se lo ricordano quand’è che l’hanno sentita la prima volta…  

Perché con ‘Il pescatore’ nelle orecchie ci si nasce, con i mille papaveri rossi che vegliano su Piero si continua a pensare alla pena di una guerra infinita, e quelle comari del paesino spietate verso ‘Bocca di Rosa’ esistono ancora, e sono maschi e femmine, tutti allo stesso modo trincerati dietro account social che esprimono giudizi senza parafrasare, oggi come ieri.

Non è facile scrivere di De André, affibbiargli una definizione, provare a descrivere la sua vita tanto discutibile quanto affascinante (i numeri registrati dal film Fabrizio De André – Principe Libero’ hanno dimostrato l’attenzione che il pubblico ha ancora verso di lui).

Per questo lasciamo parlare lui attraverso i suoi testi e la loro storia.

Lasciamo che a descriverlo siano quelle che secondo noi sono i dieci brani più rappresentativi di un uomo che ha vissuto e ancora esiste, c’è, mentre l’audio delle sue canzoni si libera nella stanza.

Fabrizio De André, La canzone di Marinella 

Scritta nel 1962 e portata al successo dall’interpretazione di Mina che la fece conoscere al grande pubblico, la canzone si ispira a un fatto di cronaca avvenuto quando il cantautore aveva solo 15 anni. Sottofondo di romanticismo e leggerezza caratterizzano una delle sue canzoni più famose.

Fabrizio De André, Il pescatore

“Il pescatore” è una di quelle canzoni che tutti hanno canticchiato almeno una volta nella vita. Scritta nel 1970, è la storia dell’incontro tra un pescatore e un criminale e dell’insolita solidarietà che si viene a creare tra i due. Una ballata in quattro accordi che fu poi rimaneggiata dalla PFM, con cui De André fece una tournée nel 1979. La versione della PFM, più movimentata, fu poi adottata dallo stesso cantautore nelle sue esibizioni dal vivo.

Fabrizio De André, Bocca di rosa

“Bocca di rosa” è un altro di quei brani diventati patrimonio collettivo di intere generazioni di italiani. Pubblicata per la prima volta come singolo nel 1967, la canzone fu inserita poi nell’album “Volume I”. La Bocca di rosa raccontata nel testo è una prostituta che, molto probabilmente, è ispirata a una delle tante che De André frequentava, per conoscere la Genova dei bassifondi e degli ultimi. L’empatia del cantautore verso gli emarginati della società caratterizza tutta la sua produzione.

Fabrizio De André, La guerra di Piero

Datata 1964, “La guerra di Piero” è una canzone sulla guerra, altro tema che ogni tanto fa capolino nella produzione del cantautore. Il testo fu ispirato dai racconti dello zio di De André, reduce dalla guerra e dai campi di concentramento. Ancora oggi, la canzone viene inserita nelle antologie scolastiche come inno contro la guerra.

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