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Martedì, 23 Aprile 2024
Musica

Daniele Silvestri dopo Sanremo: "In quella settimana il peggio che questo mestiere comporta"

Il cantautore romano ha vinto tre premi al Festival, tra cui quello della Critica, ma è rimasto fuori dal podio

E' stato un bel Festival per Daniele Silvestri. Sesto posto in classifica e tre premi, tra cui quello della Critica, per la sua "Argentovivo", interpretata sul palco con il rapper Rancore. A una settimana di distanza, il cantautore romano si è lasciato andare ai microfoni de I Lunatici, su Radio 2, commentando questa sua ultima esperienza a Sanremo e non solo.

"In quella settimana c'è tutto il peggio di ciò che questo mestiere comporta - ha spiegato ai conduttori Andrea Di Ciancio e Roberto Arduini - C'è un insieme di attività promozionali che messe così tutti insieme poi ti fanno ricorrere ai disintossicanti per superarle. Però le discussioni che si sono innescate dall'argomento trattato mi rendono orgoglioso. E sono stato felice di avere accanto a me Rancore, un bravissimo rapper, una splendida persona. Mi sentivo in colpa per averlo trascinato all'Ariston e invece lui è centratissimo, non c'è nulla che lo distolga dal suo modo e dalla sua attitudine". E sul risultato finale: "Le polemiche sul televoto? Ci sono sempre, non mi sembrano così interessanti. Comunque credo che per quanto riguarda il voto finale qualche errore di metodo ci sia. Quando rimangono in tre, come succede in altre trasmissioni, forse avrebbe senso che arrivi solo il televoto a decidere. E' giusto che ci siano delle giurie, capisco e appoggio la logica che c'è dietro, ma quello deve servire ad arrivare fino alla finale. Poi quando restano in tre, è sensato che sia la gente a decidere chi far vincere".

La sua "Argentovivo" è rimasta fuori dal podio, ma è stata senza dubbio una delle canzone che ha colpito (e vinto) di più: "Un testo che parla dagli adolescenti dal punto di vista dagli adolescenti senza essere banale e retorico. Come ho fatto? Forse perché l'ho visto in faccia. Quelle cose le ho intraviste, me le sono sentite dire più o meno da genitore. Magari nel trascriverle in canzone ho anche esasperato delle cose o ne ho riassunte tante. Il pezzo è pieno di argomenti, infatti si è aperto a svariate interpretazioni, alcune sono giuste, altre meno. Era un po' di tempo che pensavo fosse giusto parlare di adolescenza, ma quando ho deciso di farlo diventare un monologo immedesimato nelle adolescenze che conosco e del giorno d'oggi il testo è vento da sé. Cosa può fare un genitore per non sentirsi dedicare quella canzone da un adolescente? Sarebbe bello saperlo, magari nella prossima canzone proverò ad elencare delle risposte. Quello che può fare il singolo adulto è per prima cosa saper ascoltare. Sembra una cavolata, ma saper ascoltare non è facile. Significa saper entrare in un mondo che per tutti i tuoi parametri può sembrare sbagliato. Anche la musica che ascoltano gli adolescenti, noi adulti dovremmo sentirla. Quanti genitori hanno voglia di farlo? Non che sia sempre illuminante, ma anche solo il gesto di farlo è una condivisione. Ascoltare è la prima cosa, poi ce ne sono molte altre. Deve rispondere anche la società, la collettività, non può rispondere solo l'individuo per conto proprio. Negli ultimi anni è cambiato il mondo. E' tutto apparentemente vicino e possibile, ma questo enorme cambiamento è arrivato senza istruzioni".

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