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Giovedì, 28 Marzo 2024
Musica

Elodie, o Elodea, la diva moderna che piace a tutti (e tutte)

L'interprete romana è la risposta femminile mediatica al proliferare di rapper, trapper e artisti urban in musica. Look androgino ai tempi del gender fluid. Un passato difficile in periferia e un presente da protagonista a Sanremo. Per il suo ultimo album 'This is Elodie', vero e proprio manifesto di un equilibrio (finalmente) raggiunto, scrivono i migliori del momento, da Dardust a Takagi e Ketra

Nel contesto di quello che doveva essere il Festival di Sanremo dedicato alle donne (come da "annunciazione" del direttore artistico Amadeus), da regina ne è uscita lei. Entrata da Cardinale, Elodie ha lasciato il palco da Papessa. Non tanto per la vittoria annunciata e poi non arrivata, quanto per la risonanza mediatica ottenuta al culmine di una carriera in costruzione - mattone su mattone - da tempo. Una bomba di talento e sensualità deflagrata sul palco dell'Ariston, che non ha risparmiato nessuno. Né le radio più popolari, ipnotizzate dal suono della sua 'Andromeda' (che vanta la genesi di Mahmood ai testi e di Dardust alla musica) e del suo ultimo album 'This is Elodie', né un salotto radical come quello di Daria Bignardi, tra le prime ad accaparrarsi un'intervista a tutto tondo della nuova diva della musica italiana. Un consenso unisex, tra donne e uomini ipnotizzati davanti alla tv di fronte a tanta personalità e bellezza. Altro che Andromeda, più Dea nei fatti.

Il trucco è nella modernità impeccabile della persona e del personaggio. Al passo coi tempi. La donna giusta al momento giusto. Che detta così sembra più una fortuna, ma dietro cui si cela una strategia cercata e inseguita. Diva elettronica all'Ariston, interprete dei suoni più contemporanei che il panorama possa offrire, tra urban pop e r&b, Elodie Di Patrizi è forse la prima artista italiana a riuscire a porsi mediaticamente come risposta femminile al proliferare di rapper, trapper e cantautori urban, con un passato in periferia e un presente da protagonista, con tutto il suo carico di tematiche che ne fanno seguito come la fragilità e il riscatto. Mix professionale ed umano vincente perché perfettamente coerente per lei che arriva dal Quartaccio di Roma ("Vivo al Quartaccio, magno bevo e spaccio", si legge sui muri del quartiere). Se poi ci metti anche un paio di gambe che manco Belen Rodriguez, due occhi da gatta più telegenici del concetto stesso di telegenia, ecco un valore aggiunto in quanto a fascinazione. Un po' una Rihanna all'italiana.

Una strada cercata, si diceva. E raggiunta dopo averne percorse diverse. Uscita da 'Amici di Maria De Filippi' nel 2016 - dove, non a caso, aveva già conquistato la coach Emma Marrone, sergente di ferro, e dove, in mezzo a tanti adolescenti in pubertà, già si imponeva con una spiazzante capigliatura rosa shocking - aveva la strada spianata. O meglio, aveva davanti a sé la via più scontata: il talent show, poi Sanremo con 'Tutta colpa mia', poi la tradizionale ascesa nell'ambito del bel canto all'italiana. Eppure, quando tutto sembrava andare per il verso giusto, quando la musica cominciava a suonare, Elodie ha fermato l'orchestra: a marzo 2017 annuncia la rottura da Francesca Savini, manager di Emma, che fino a quel momento ne aveva curato gli interessi. E dà il via ad un nuovo percorso professionale. "Emma era la mia coperta di Linus", dichiarerà poi, "Ma io non sono abituata ad appoggiarmi a lungo, e mi terrorizzava l’idea di dipendere da lei, confondendo stima ed emulazione. Dovevo volare senza paracadute". Poco dopo, l'inizio di un percorso professionale accanto a Fabrizio Giannini - tra i pilastri della discografia nostrana, storico manager di Tiziano Ferro - , quindi l'uscita di alcuni singoli di successo come 'Nero Bali'. Anche con lui, però, rompe dopo pochi mesi: "In maniera pacifica. Io volevo fare un determinato percorso e lui invece per me aveva in mente altri progetti". E un nuovo inizio accanto a Max Brigante: "Con lui sono riuscita a individuare la direzione giusta da percorrere". Che l'ha portata a Sanremo 2020. 

'This is Elodie' è, già nel nome, il manifesto di un equilibrio raggiunto. Tra urban, hip hop, reggae e soul, tra le collaborazioni di peso con Fibra, Neffa, Dardust, Takagi & Ketra, Michele Canova e Big Fish e volti in rampa di lancio come Margherita Vicario. L'etichetta sta proprio nel non darsi etichette, assecondando un panorama musicale italiano in continuo divenire. "E' come se fosse il mio primo disco, perché ci ho lavorato a 360 gradi, dalla scelta degli autori a quella dell'immagine", ha raccontato, "I brani hanno una scrittura diversa rispetto a prima. Ho cercato insieme alla discografica di capire come fare, con chi parlare, quali autori scegliere. C'abbiamo messo due anni. Ai produttori ho detto che sono un'interprete, però vorrei interpretare qualcosa che sia simile a me". A fare la differenza anche un'inedita strategia di marketing dietro al lancio dell'album. Per la prima volta, infatti, un disco ‘sanremese’ è uscito prima del festival, sfruttando la flessibilità delle piattaforme di streaming e l’idea oramai conclamata che gli album non sono più raccolte di canzoni dalla tracklist immutabile, ma possono essere aggiornati a piacimento. A fare a gara per accaparrarsi Elodie, ormai, anche gli sponsor:  innumerevoli le "acquisizioni" negli ultimi mesi: dai brand di intimo a quelli di telefonia, dai prodotto di cosmesi al marchio che le dedica una linea di sneakers. 

Compiutamente in linea con il trend dei nostri tempi, anche il look: androgino e audace al tempo stesso. Che tanto colpisce il pubblico femminile in termini di fascinazione ed emulazione. Mai romantica, sempre pop, qualche volta in giacca e cravatta, come in occasione del red carpet inaugurale della kermesse. Un toccasa nell'epoca del gender fluid. A vestirla a Sanremo Versace, irriverente ed elettrico, ma è anche musa di Fausto Puglisi, dallo stile erotico e eccentrico. Addio alla lunga chioma fluente, benvenuti capelli corti, cortissimi. Sul palco dell'Ariston Elodie non ha bisogno di una piega vaporosa che ne esalti i lineamenti del viso per brillare, ma si 'limita' ad una acconciatura effetto bagnato che in poche possono permettersi. A fare il resto è una sensualità innata e valorizzata dai tagli birichini degli abiti.

Emblematica dei tempi moderni anche la sua storia di riscatto nell'era della precarietà. La madre è un'ex modella originaria delle Antille francesi, il padre un artista di strada. "Di storie strappalacrime ne ho a pacchetti", ha confidato, con grande senso di realtà e concretezza (e poche concessioni alla retorica). "A me l'idea che le difficoltà mi potessero abbattere mi faceva proprio rabbia, niente poteva togliermi la gioia. Ho sempre pensato che avrei trovato il modo di prendermi dalla vita ciò che desideravo". A 19 anni fa la cubista a Lecce e spacca "mani e telefoni" a chi pensa di potersene approfittare. "Capitavano quelli che ti facevano video da sotto o ti toccavano la caviglie, ma io so' coatta e ero violenta. Lì la borgata mi è servita. C'era anche chi mi guardava con pietà, della serie 'Ma come ti sei ridotta', ma io mica stavo rubando, alla fine mi divertivo, la vita è un gioco". In Puglia la giovane Elodie Di Patrizi vola perché "Mi sono innamorata di un uomo più grande di me, ma solo dopo ho capito che sono andata via per scappare. E' un po come se avessi trovato una scusa". Chi, in quegli anni, a Lecce c'era, la ricorda come  "La compagna del ragazzo che gestiva il locale, capace di portare in città la bellezza vera". Invidiata da tutti come una moderna Cenerentola. "Ai tempi guardavo le vocalist e provavo invidia - ha confessato invece lei - Anzi, non invidia, perché non fa per me. Ma ne soffrivo e dentro di me dicevo: anche io voglio farlo. Non mi bastava più muovermi e basta. Volevo cantare". 

E, di fronte ad una primadonna così, non poteva che essere all'altezza anche la love story. La Cenerentola di cui sopra si innamora di un principe azzurro che è l'uomo più anelato della scena musicale: il rapper Marracash. Tutti, e tutte, lo chiamano con riverenza il 'King del rap', lei si permette di chiamarlo semplicemente 'Fabio'. "Quando ho visto per la prima volta Fabio ero imbarazzata", ha raccontato. Per poi precisare: "E io non mi imbarazzo mai".

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