"Sapevo che potevo andarmene ma credevo in qualcosa" ha detto in un'intervista a Leggo il cantante, che oggi per fortuna può raccontare quei terribili momenti, dal malore all'operazione. "Prima di entrare in sala operatoria all'ospedale Sant'Orsola di Bologna, ero io a pensare per primo 'stiamo calmi' - ha spiegato - Mi ha salvato il dottor Di Bartolomeo, a cui non dirò mai abbastanza grazie. Ma anch'io ho portato la serenità a tutta l'equipe. Ora sto bene, mi sento in forma. Certo, ho una spada di Damocle sulla testa".

Pedrini ha un aneurisma aortico, con cui convive ormai da anni, anche se ultimamente era peggiorato: "Dieci anni fa provai il momento più difficile - ha raccontato - Mi diagnosticarono un grosso problema al cuore. Un anno fa il verdetto: peggioramento netto. Ho dovuto pregare mia mogli, mio figlio, gli amici, tutti per dire di stare tranquilli, non farò il di più, è solo un tour. Ci tenevo a promuovere il mio disco". 

E invece il cuore ha fatto i capricci e il suo tour Omar Pedrini non l'ha finito. La voglia di tornare a esibirsi davanti al suo pubblico però è tanta e qualche giorno fa lo ha fatto, in un locale di Milano, davanti a un centinaio di persone. "E' presto per dire quando tornerò a fare musica, ma qualcosa ci sarà".