Lo spot anti-pirateria musicale che non convince
Battiato, Vecchioni, Paoli, Ruggeri e altri parlano dei danni provocati da internet. Ma l'effetto forse non è quello sperato
La FEM, Federazione Editori Musicali, ha raccolto alcuni musicisti e produttori per spiegare in un video i danni provocati dalla pirateria musicale.
"In una stanza buia, i volti in primo piano di Battiato, Caselli, Einaudi, Lavezzi, Pagani, Paoli, Ruggeri, Ron e Vecchioni, oltre a denunciare il danno arrecato all’intero settore soprattutto nei confronti dei giovani autori che oggi non trovano né spazi né aiuti per emergere e per far conoscere la propria arte, smentiscono anche il falso mito che fermare la pirateria digitale equivalga a censurare la rete", spiega il comunicato ufficiale della FEM.
Il video però non pare aver avuto il successo sperato. Il sito Rockit ha parlato di "un vero e proprio disastro a livello comunicativo".
Colpa delle scelte stilistiche (lo spot sembra ricalcare quelli di Emergency o Amnesty International, come se si parlasse di una specie in via di estinzione da salvare o un paese africano massacrato dalla carestia), dell'età media dei protagonisti (tutti abbondantemente sopra i cinquat'anni e giudicati troppo lontani dalla realtà in questione e troppo "tutelati" rispetto ad artisti più giovani) e per alcuni "scivoloni" che rischiano di far passare in secondo piano il messaggio (come quel "Vogliamo che il web sia gestito da persone oneste" detto da Roberto Vecchioni).