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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Beppe Fiorello al governo: "No a protocolli libertini, in Cina torna l'incubo"

L'attore mette in guardia i cittadini: "Non fidiamoci dei nuovi decreti. Stiamo ancora a casa o si ricomincia da capo"

Beppe Fiorello torna a pronunciarsi sull'emergenza coronavirus. Lo fa attaccando "qualche idea di protocollo troppo libertina" a causa della quale potrebbe essere necessario "dover ricominciare tutto da capo". Il monito dell'attore arriva all'indomani della notizia di una seconda quarantena imposta ad Honk Kong e qualche ora dopo la circolare del Viminale che da ieri sera decreta la possibilità di fare una passeggiata per genitori e figli. 

"In Cina torna l'incubo"

Fiorello pubblica la sua nota su Instagram, in calce ad una foto ritraente un titolo di giornale che parla proprio di Hong Kong. "Per giorni ho osservato in religioso silenzio, l’andamento dei contagi, delle percentuali varie (e confuse) dei ricoveri, dei decessi, dei picchi, dei cali, etc etc - si legge - Tutti numeri, parole, statistiche, e addirittura un’aria di vittoria alle porte. Ovunque continua e impazza sempre di più la satira, il sarcasmo, l’ironia, il cazzeggio etc (fondamentale esorcizzare, così dicono gli esperti della comunicazione, guai a prendersi sul serio), intanto in Cina torna l’incubo che “forse” ci suggerisce qualcosa di serio". 

E ancora: "Lo ridico per l’ennesima volta, prendiamoci più sul serio e stiamo molto attenti, pretendiamo stabilità nelle decisioni da parte del #governo perché, lo sforzo che stiamo facendo da oltre un mese potrebbe esser vano, per una leggerezza di troppo potremmo pagarla cara. Sono un semplice cittadino che come molti sta osservando scrupolosamente le regole, se per qualche motivo di leggerezza, per qualche idea di protocollo troppo libertina si dovesse ricominciare tutto da capo, qualcuno dovrà poi dare delle risposte in sedi giudiziarie, non fidiamoci dei nuovi decreti, #stiamoacasa un po’ di più adesso per non rimanerci per un tempo illimitato dopo, ovviamente i casi estremi o comprovata necessità di lavoro e salute possono poter uscire il resto NO, non facciamolo, teniamo duro! #iorestoacasa #nessunoincontrinessuno, è ancora troppo presto!"

Per giorni ho osservato in religioso silenzio, l’andamento dei contagi, delle percentuali varie (e confuse) dei ricoveri, dei decessi, dei picchi, dei cali, etc etc. Tutti numeri, parole, statistiche, e addirittura un’aria di vittoria alle porte. Oltre 12 mila morti e Ovunque continua e impazza sempre di più la satira, il sarcasmo, l’ironia, il cazzeggio etc (fondamentale esorcizzare, così dicono gli esperti della comunicazione, guai a prendersi sul serio), intanto in Cina torna l’incubo che “forse” ci suggerisce qualcosa di serio! Lo ridico per l’ennesima volta, prendiamoci più sul serio e stiamo molto attenti, pretendiamo stabilità nelle decisioni da parte del #governo perché, lo sforzo che stiamo facendo da oltre un mese potrebbe esser vano, per una leggerezza di troppo potremmo pagarla cara, sono un semplice cittadino che come molti sta osservando scrupolosamente le regole, se per qualche motivo di leggerezza, per qualche idea di protocollo troppo libertina si dovesse ricominciare tutto da capo, qualcuno dovrà poi dare delle risposte in sedi giudiziarie, non fidiamoci dei nuovi decreti, #stiamoacasa un po’ di più adesso per non rimanerci per un tempo illimitato dopo, ovviamente i casi estremi o comprovata necessità di lavoro e salute possono poter uscire il resto NO, non facciamolo, teniamo duro! #iorestoacasa #nessunoincontrinessuno, è ancora troppo presto! #giuseppefiorello

Un post condiviso da Giuseppe Fiorello (@giuseppefiorello) in data:

Beppe Fiorello contro i flash mob sui balconi

In passato, ad inizio marzo, Fiorello era intervenuto sull'emergenza sanitaria invitando alla riflessione gli italiani che stavano esorcizzando la paura del virus con flash mob sui balconi. "Camion militari per portare le bare dei morti e ancora si canta sui balconi, si fanno battutone spiritose su questa tragedia epocale, si fanno Happening sui social. Dobbiamo fare tre giorni di lutto nazionale, rispetto per i morti e le loro famiglie, social si ma senza fare festa", si leggeva in un post. Una posizione drastica che aveva trovato grande accoglienza da parte dei cittadini.

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