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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Diaco abbandona i social e si sfoga: "La mia sessualità non è una patente di identità"

Il conduttore di 'Io e Te' risponde dopo la polemica di Mario Adinolfi sulla presunta lobby gay in Rai e chiarisce anche la sua posizione politica

Il ritorno in tv di Pierluigi Diaco, in onda il pomeriggio su Rai1 con 'Io e Te', non è dei migliori. Ascolti bassi e un linciaggio mediatico nei suoi confronti senza precedenti. Prima le critiche per il programma e la sua conduzione, poi la pazienza persa - in diretta - con i suoi collaboratori e qualche ospite, ora le parole di Mario Adinolfi che condanna "un'occupazione gay nelle conduzioni di Rai1", oltre a scrivere che la sua trasmissione "è brutta". 

Diaco incassa e va avanti, ma non in silenzio. Il conduttore, che qualche giorno fa ha annunciato di abbandonare i social perché avverso a quel tipo di "dittatura", ha mantenuto attivo solo l'account Twitter ed è qui che risponde all'ennesima polemica: "Ho una formazione cattolica e di sinistra. Di gentiluomini nella mia giovinezza ne ho conosciuti diversi, tra cui Sandro Curzi e Piero Fassino. Poi negli anni, collaborando con Giuliano Ferrara e scrivendo per Il Foglio ho capito il tasso di ipocrisia del mondo culturale di provenienza. Mi ritengo un liberale e constato che se non stai dalla parte della 'dittatura' culturale che conta, in Italia ti liquidano con sufficienza".

"La mia sessualità non è una patente di identità ma un dettaglio della mia personalità - prosegue - Sono unito civilmente, sono cattolico e sono un elettore moderato che vota centrodestra. Posso avere lo stesso rispetto di chi vota a sinistra senza essere tacciato di 'fascismo'? Il buon senso non è né di destra né di sinistra. Del resto Giorgia Meloni, che è prima di tutto mia amica, la vogliamo liquidare come un fenomeno di destra? A me sembra una donna coraggiosa con posizioni anticonvenzionali e affatto ideologiche. Come del resto Salvini. E i loro elettori".

A colpire sono le sue posizioni politiche, che danno il via a una nuova polemica. "Quindi voti per quelli che non ti avrebbero consentito l'unione civile e lo dici con orgoglio. Un genio vero" commenta un utente, e non è l'unico, ma c'è chi gli concede il beneficio del dubbio: "Non apprezzo quasi nulla di Diaco, e ad esser sincero anche quest'outing politico mi lascia perplesso. Dubito che lavorerebbe in RAI se tali pensieri fossero stati da lui sempre espressi, ed ora sono curioso di vedere cosa accade al suo contratto. In ogni caso Chapeau".

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