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Martedì, 16 Aprile 2024
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Torna 'Cuochi e Fiamme' con Simone Rugiati: "La cucina in tv? Etica prima di tutto" | INTERVISTA

Chef, conduttore, autore e web influencer, è pioniere dello show cooking in Italia: "Comunico la semplicità della cucina casalinga, non ciò che impongono sponsor e ristoranti di proprietà. Cucinare deve essere rilassamento e non pressione da reality". Fino al 29 marzo le puntate inedite della trasmissione in onda su Food Network

"La magia è ancora la stessa di quando frequentavo le scuole elementari e mi divertivo a preparare tartine per i compagni di classe: io lavoro con i prodotti, le persone li mangiano e quindi sento di diventare parte di loro. Ogni volta che cucino, lo faccio come se avessi di fronte la mia fidanzata, un amico, mia mamma. In fondo, noi siamo quello che mangiamo". Motivo per cui Simone Rugiati, 37 anni, insisterà più volte sui concetti di responsabilità e di etica professionale nel corso dell'intervista, soprattutto in riferimento al grosso peso che la cucina sta acquistando in tv negli ultimi anni. Lo chef, pioniere del cooking show in Italia e fondatore della factory house 'Food Loft' a Milano, è in onda fino al 29 marzo su Food Network con le nuove puntate di 'Cuochi e Fiamme' (da lunedì a venerdì alle ore 12.00 con la replica alle 13.10, canale 33 del Digitale Terrestre) e si racconta a Today: "Oggi - dice - la cucina va molto di moda in televisione. Quindi lo scopo di chi fa un lavoro di comunicazione più o meno mediatica come il mio, deve essere quello di spiegare ai telespettatori che cosa dovrebbero cucinare per mangiare sano, non cosa gli sponsor impongono o cosa il ristorante di proprietà impone di fare".

Al via le nuove puntate di Cuochi e Fiamme

Nel 2010, ormai nove anni fa, il "suo" Cuochi e Fiamme (prodotto da Magnolia – Banijay Group per Discovery Italia) ha aperto la strada ai talent show culinari ed oggi è una delle trasmissioni più longeve, di fronte alle tante variazioni sul tema in onda sugli altri canali. A grande richiesta vanno in onda gli appuntamenti inediti. "Il segreto? Aver cambiato alcuni fattori nel corso del tempo, pur mantenendo sempre lo stesso senso - spiega - Credo che a vincere sia stata anche la mia scelta di comunicare la semplicità. Il mio scopo è quello di farti cucinare bene a casa, di insegnarti ad usare prodotti sani, come riuscire al meglio nella cucina casalinga, perché un conto è concedersi una cena in un ristorante famoso una sera, mentre un altro è quello che ognuno di noi mangia tutti i giorni in casa". 

"La cucina deve essere rilassamento e non pressione"

"Oggi Cuochi e Fiamme è esattamente quel programma vero e puro che sogno dall'inizio: un gruppo di amici che parla dei valori della cucina, senza tralasciare qualche momento di svago", dice Simone, che in questi anni ha visto cambiare profondamente quella che potremmo definire la "cucina televisiva". "Prima c'era solamente uno chef in studio, che aveva la sua preparazione professionale ed insegnava come cucinare. Poi è diventata un sacco di altre cose: è diventata anche le rubriche nei TG; Spesso gli chef non danno i tempi necessari alla realizzazione dei piatti che richiedono; è diventata un po' reality show, dove si utilizza la pressione che mette il momento per fare show, finendo per tralasciare il vero senso degli ingredienti". 

Obiettivo del suo show, invece, continua ad essere quello di accrescere il bagaglio culinario del pubblico. Punto di forza del programma è la struttura stessa. Quattro le sfide previste per i concorrenti: manualità, abilità, creatività e presentazione: "A differenza di altri show, da noi il tempo è reale: in montaggio non tagliamo niente. La prima prova è studiata per mettere a proprio agio i partecipanti, perché la mia cucina è rilassamento e non mani che tremano sotto la pressione. Poi ci sono le due prove più importanti: abilità e creatività. Ed io, tra queste due, preferisco sempre la prima. Pur essendo io stesso un creativo, infatti, credo che l'estro forzato porti spesso a "strafare" con l'obiettivo di creare piatti choc e d'impatto: impossibile, considerati i tempi televisivi". Meglio l'abilità: "Perché richiede di produrre un piatto buono e con pochi ingredienti, che è un po' la mia filosofia di cucina". 

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Le diverse anime dei telespettatori sono rappresentate dai giudici in studio, ovvero l'attrice comica Debora Villa, il critico gastronomico Lorenzo Sandano e la food blogger Chiara Maci: "Ciascuno di loro interpreta un punto di vista. Uno giudica in maniera semplice, l'altro in modo popolare, rustico e goloso, l'altro ancora dà una valutazione tecnica, perché anche gli esperti a casa possano sentirsi la ricetta sotto i denti". In mezzo, tutta l'esperienza dello chef: "La fortuna di aver sempre lavorato in giro per l'Italia mi permette di raccontare i prodotti, nel vero senso della parola. Cito nomi e cognomi di chi immerge le mani nell'uva, ricordo quell'episodio in cui ho visto la raccolta delle lenticchie". Alla base di tutto, c'è la libertà: "Di poter dire che se mangi troppo una cosa ti fa male. Tutto ciò che dico nasce spontaneamente, non sono costretto a toccare determinati argomenti".  

"A vent'anni bloccavo le riprese perché non ero d'accordo con i nutrizionisti"

Perché, forse non è ovunque così? "Ho condotto il mio primo programma a vent'anni, ero ingenuo e totalmente inconsapevole della situazione. Bloccavo le riprese perché la nutrizionista in studio diceva che nella dieta andavano usati i frutti di mare e io non lo accettavo perché comportano un aumento del colesterolo. 'Stop, lasciaglielo dire', mi gridava il regista. Ma io sono così: sono verace. Questa cosa ha funzionato nel tempo. Non ho mai avuto spinte, ho sempre fatto tanti programmi, ne scrivo e ne produco. E proprio ora si comincia ad apprezzare la mia formula, che è la parte diretta della comunicazione". 

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L'impegno nella comunicazione: "I cuochi sono di moda? Dobbiamo fare un lavoro etico"

E proprio nella comunicazione ha deciso di investire Rugiati. Chef poliedrico, conduttore, autore e produttore televisivo, web influencer, è impegnato anche in progetti orientati all’imprenditorialità Bio-Green, tra Agricoltura 2.0 e l’Urban e Social farming, e collabora con network televisivi, radiofonici ed editoriali. "Dal momento che noi cuochi siamo così di moda, dobbiamo fare un lavoro anche etico e non solo continuare a dire di mangiare la carne di piccione e foie gras, perché così facendo rischiamo di mandare fuoristrada le persone, oltre che il pianeta". Il suo FoodLoft, posizionato in uno dei distretti più cool di Milano, è uno spazio multifunzionale di 350 mq, dedicati al Food&Beverage, location di eventi e dotato di set per shooting fotografici e riprese televisive. "Ci stiamo allargando, lo scopo è lavorare al meglio e scommettere su nuovi progetti, altrimenti farei solo le date nei centri commerciali e sarebbe tutto più semplice. Ma poi la mattina bisogna guardarsi allo specchio prima di mettere la divisa".

In tv, invece, ha trovato la sua dimensione in Food Network (Gruppo Discovery), dove è tra i volti di punta, oltre che con Cuochi e Fiamme, anche con 'Food Advisor', ovvero dodici puntate alla ricerca del locale che meglio rappresenta il piatto tipico di una città italiana. Gli ascolti stanno andando molto bene. "Sono arrivato qui l'anno scorso e ho scoperto una squadra giovane, internazionale e dotata di know how. Abbiamo tanti progetti in ballo. Le produzioni con cui lavoro non hanno paura di osare, né di mettere un pezzo rap nella sigla: hanno solo voglia di fare bene. Ed è esattamente il mio modo di lavorare".

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