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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Luisa Corna debutta con un libro: "Io, ex bambina timida, aiuto i più piccoli a combattere il bullismo" (INTERVISTA)

Si chiama 'Tofu e le magie dell'arcobaleno' ed affronta il tema del pregiudizio verso diversità e disabilità. Già apprezzato dagli alunni della Montessori di Brescia, vanta l'introduzione di Annalisa Minetti. "Ho immaginato il mondo con gli occhi di un bambino, ad aiutarmi anche i figli del mio compagno", spiega la cantante e conduttrice. Che intanto lavora al prossimo singolo

Della bambina che è stata, cresciuta a Palazzolo sull'Oglio, in provincia di Brescia, Luisa Corna ricorda l'animo estusiasta, ma anche la coltre di timidezza. Ed è per questo che, quando in sogno le è arrivata l'intuizione di una favola per bambini che aiutasse i più piccoli a vincere le proprie paure, l'ha accolta subito con determinazione, trasformandola nella concretezza del suo primo libro, 'Tofu e la magia dell'arcobaleno', uscito ad inizio dicembre.

Un vero e proprio debutto in libreria per lei, cantautrice e conduttrice, che con le parole ha sempre avuto dimestichezza nella composizione dei testi musicali. Ma questa volta a muoverla è l'obiettivo di combattere le dinamiche di bullismo e i pregiudizi su diversità e disabilità. "Sarà proprio attraverso il linguaggio universale della musica che Tofu, un alieno arrivato da lontano, darà inizio ad un'amicizia intensa con Lucy, una bimba ipovedente", racconta a Today Luisa che, a proposito di fiabe, da qualche tempo sta vivendo la sua a Brindisi, accanto al compagno Stefano Giovino, mentre è al lavoro per il suo nuovo singolo. Una vera e propria seconda vita, quella pugliese.

A colpire è, anzitutto, la sua scelta di non usare mai direttamente il termine 'bullismo'.

Solo ad un certo punto c'è la parola 'bullo', ma ho deciso di farla pronunciare proprio da un bambino, per entrare meglio in empatia con i piccoli lettori. Il mio scopo è aiutare loro a riconoscere le paure, a dargli un nome, perché è il primo passo per riuscire ad affrontarle. Esattamente come accade agli adulti. Le cose pericolose sono quelle che rimangono dentro.

Da dove arriva lo spunto di approfondire un tema così delicato?

Non è figlio di una decisione consapevole, quanto di un'esigenza inconscia. Al mattino, dopo aver sognato la trama, ho scritto tutto di getto, per poi rifinirla. Sicuramente, però, la sollecitazione nasce dagli episodi di violenza verbale e di mancanza di rispetto protagonisti del nostro tempo, soprattutto in rete. Tofu è un extraterrestre che arriva da un altro pianeta, dove si vive delle cose semplici e sostanziali della vita: lui neanche si accorge della condizione di Lucy, ma intuirà presto la tristezza che la affligge al ritorno da scuola, dove si confronta con situazioni spiacevoli a causa dei compagni. Ho ambientato la storia proprio alle elementari.

Di sé racconta che da bambina aveva forti chiusure.

Sebbene io sia stata fortunata a non aver mai subìto bullismo, so quanto può essere faticoso combattere le proprie insicurezze da piccoli. Ricordo la mia fatica a parlare con gli altri. Quando la maestra mi chiamava alla lavagna per interrogarmi, ad esempio, avrei voluto diventare molto, molto piccola, perché mi sentivo particolarmente a disagio. Ma non tutto viene a nuocere. Sono sempre stata una persona a cui viene più spontaneo ascoltare che parlare, e questo sicuramente ha contribuito ad accrescere il lato riflessivo che poi ho messo in musica.

Come si concilia la timidezza con il lavoro d'esposizione pubblica che è propria del mondo dello spettacolo?

Da ragazza ho fatto un grande lavoro su me stessa, anche attraverso la musica e le scuole di teatro. La timidezza, però, quando c'è, resta sempre. Ciò che si impara è a gestirla, a essere centrati su se stessi per trovare il modo giusto di porsi agli altri. Durante le conferenze stampa, ad esempio, sono molto timida. E, quando lavoro come conduttrice, imparo ancora a memoria il copione. Poi però, se sono su un palco a cantare, riesco ad esprimere senza difficoltà tutta la mia natura. Può sembrare assurdo, ma ho meno timidezza ad affrontare un pubblico di mille persone, piuttosto che una platea di cinque. Spesso, poi, esorcizzo tutto con ironia.

Com'è riuscita ad 'entrare' nella testa dei più piccoli?

Forse sono andata alla ricerca di quella bimbaa che è rimasta in me. Pagina dopo pagina, sono tornata io stessa bambina e ho ritrovato quell'entusiasmo che a volte si perde con l'età. Non è sempre facile guardare il lato positivo delle cose, soprattutto in un lavoro complicato e come il nostro, nonostante io sia ottimista per natura. I bambini invece sono gioia, energia pura: loro non camminano, ma corrono, saltano, vivono all'ennesima potenza.

Ed ha beneficiato di aiutanti d'eccezione, i figli del suo compagno.

Mentre scrivevo ho letto loro la stesura e mi hanno aiutato a conoscere le parole-chiave dei bambini di oggi. Ho provato ad immaginare il mondo attraverso i loro occhi. Stefano ha due figli, un maschietto e una femminuccia. E' stata proprio la sua bambina a darmi uno dei primi riscontri, confidandomi con tenerezza che a scuola la chiamano quattr'occhi per via degli occhiali. I bambini sanno essere crudeli anche per le stupidaggini. Tra i primi a leggerlo, poi, ci sono stati gli alunni della scuola Montessori di Brescia, a cui lo ha fatto avere una psicologa che mi ha aiutato nella revisione. Erano così entusiasti da aver immaginato anche il capitolo successivo.

Ad aiutarla nella stesura anche Annalisa Minetti, cantante ed atleta non vedente, che firma proprio l'introduzione. Quali consigli le ha dato?

Una mattina, mentre scrivevo, avevo deciso di cambiare protagonista. Avevo paura che il tema della disabilità fosse un argomento troppo delicato. E' stata Annalisa a spronarmi ad andare avanti, spiegandomi l'importanza di diffondere il messaggio di speranza per cui nessun bambino deve sentirsi inferiore agli altri: lei, affetta da retinite pigmentosa sin dalla tenera età, ha costruito una carriera straordinaria e una famiglia meravigliosa. Mi ha messo in mano i suoi ricordi con enorme generosità: le prese in giro subite per i grandi occhiali gialli che indossava, o perché magari, mentre correva insieme agli altri bambini, andava a sbattere contro gli alberi. 

Ad impreziosire il libro sette canzoni per l'infanzia scritte di suo pugno.

In doppia lingua: italiano ed 'esperanto', un linguaggio universale creato un secolo fa in segno di fratellanza tra popoli. È proprio questa la lingua con cui Tofu e Lucy riescono a comunicare in un primo momento. Oltre ai testi, poi, ci sono anche gli spartiti e un cd con il link per scaricare le basi musicali. Mi piace l'idea di spronare i bambini all'uso di uno strumento.

E intanto lavora al suo nuovo singolo.

Dopo 'Col tempo imparerò', uscito lo scorso anno, sto lavorando al prossimo brano (al momento top secret, ndr). E mi auguro presto di completare un album. Nel frattempo proseguo i miei concerti in giro per l'Italia.

Da qualche tempo vive a Brindisi. Dal caos della mondanità alla quiete della provincia, come vive questa dicotomia?

Benissimo. Qui ho la percezione di sentirmi a casa. Ho sempre amato la Puglia. E sono stata molto felice quando il mio compagno è stato trasferito quaggiù.

Per lei è un po' un ritorno alle origini, visto che è nata in una cittadina.

Brindisi è una città a tutti gli effetti, ma è dotata di una rilassatezza che mi fa sentire coccolata. Uso pochissimo la macchina, giro a piedi e in bicicletta. Al mattino vado a correre sul lungomare. Vivere vicino al mare è sempre stato il mio sogno. Sono meteoropatica e mi dà tanta allegria il clima temperato di questa città: il freddo è limitato, c'è sempre il sole.

E poi c'è l'amore. Lei e il suo compagno, il maggiore Stefano Giovino, che comanda la compagnia di carabinieri nella città, avete ufficializzato la relazione due anni fa. Sembra una fiaba anche la sua.

Sono in un periodo molto bello della mia vita, perché quando trovi l'altra metà con cui poter condividere progetti è sempre magico.

“Tofu e la magia dell’arcobaleno”, ecco la fiaba anti bullismo di Luisa Corna

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