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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Querela per Le Iene: il video “La crisi non esiste” è stato montato ad arte?

Uno degli imprenditori salernitani, Francesco Amodeo, intervistati da Enrico Lucci dichiara: “La mia immagine è distrutta”

Tutto è partito dalla puntata de Le Iene del 13 gennaio scorso, durante la quale è andata in onda un’intervista ad alìcuni imprenditori campani ad opera di Enrico Lucci, una delle Iene più pungenti del programma in onda il lunedì su Italia 1.

“La crisi non esiste”, dichiarava Fabio Sapere, imprenditore salernitano della piana del Sele nel settore calcestruzzi, durante una serata nel locale “Vittoria” di Salerno e invitava “chi si lamenta della crisi a godersi la vita”. “E’ tutta una questione psicologica”, poi, era stata l’affermazione di altri protagonisti della “Napoli bene” interpellati da Lucci, scatenando nei giorni seguenti un’indignazione mediatica di massa.

Oggi lo stesso professionista partenopeo dichiara Sono stato molto ingenuo, non pensavo che mandassero in onda tutto quello che avevo detto. Purtroppo mi sono fatto prendere in giro, si trattava di un copione e io l'ho detto senza pensare che quelle parole avrebbero avuto così tanta risonanza. Doveva essere un gioco, non pensavo che andasse in onda e diventasse una cosa così grossa” e affida nelle mani degli avvocati la tutela della sua immagine.

 La replica al vetriolo di un altro imprenditore del settore sanità comparso nel servizio, Francesco Amodeo, arriva, invece, dalle pagine del Corriere del Mezzogiorno, dove racconta la “messa in scena” e sconfessa i tanti minuti di intervista tagliati volontariamente nel montaggio, così da far emergere affermazioni distorte.

La frase pronunciata e trasmessa da Le Iene sarebbe, in realtà, la conclusione di un intero discorso a proposito della crisi che ha coinvolto le strutture sanitarie: “Quell’affermazione l’ho pronunciata al termine di un lungo discorso politico nel quale sostenevo che la crisi era un anestetico indispensabile all’operazione del governo tecnico”, asserisce l’imprenditore, “Tutto ciò, però, non è mai andato in onda. Ho scritto articoli sulle strutture strette nella morsa di Equitalia e Asl. Poi, un po’ di tempo fa, ho incontrato Vittorio, un amico che lavora nel campo della produzione. Mi ha detto che dovevano fare un servizio sulla crisi e cercavano giovani imprenditori. Ho accettato per questo. Quando è arrivato Umberto, l’assistente, gli ho spiegato cosa ne penso della crisi, il prezzo che pagano le strutture sanitarie. Della crisi delle strutture sanitarie ne ho parlato eccome. Solo che tutte quelle parti le hanno tagliate”.

Racconta, inoltre, come sia stato istigato da Lucci a descrivere la sua “bella vita” al fine di ridimensionare il discorso sulla crisi, per cui viaggi e champagne rientravano nel disegno denigratorio di Lucci: Enrico Lucci mi ha detto che voleva fare un ritratto a trecentosessanta gradi, parlare della crisi ma anche di come si riescono comunque a divertire i giovani imprenditori. Diceva che dovevamo sdrammatizzare, solo che io ogni tanto lo frenavo, perché vedevo il sorriso ironico, carpivo la battuta, temevo che potesse finire a sfottò. Le pareti in radica di noce mica è roba mia. Quell’ufficio l’ho preso in affitto. La bottiglia di champagne era lì perché serve per l’inaugurazione di un nuovo reparto lunedì prossimo. Gli ho anche chiesto cosa la riprendessero a fare.”

I viaggi in Brasile e i charter per Ibiza, poi, erano la risposta alla domanda “la cosa più pazza fatta in vita sua”, poiché non avrebbe mai usato voli privati per raggiungere l’isola: “Enrico Lucci m’ha detto di aver sentito che i ragazzi affittavano aerei privati, gli ho risposto che si sbagliava, che forse si riferiva ai charter che mettono d’estate per Ibiza. Voleva sapere la cosa più pazza che avessi fatto, gli ho detto che ero andato a Rio per l’addio al celibato di mio cugino. È una cosa non etica? Non penso si possa essere condannati per un viaggio.”

Ecco, allora, la querela nei confronti dello staff del programma di Italia Uno, considerando il grave danno all’immagine che la faccenda gli ha causato, oltre ad un inconveniente lavorativo con la Regione Campania dopo la messa in onda del video: “Ne sono uscito massacrato. E da ieri sono costretto a vergognarmi. Non ho avuto il coraggio di accompagnare mia figlia a scuola, cerco di evitare gli sguardi. Lavoro tutto il giorno, non sono un figlio di papà né un irresponsabile. Le mie frasi sono state manipolate, montate ad arte. E m’è bastato ascoltare la prima per non avere più il coraggio di guardare il video. Ieri mi hanno chiamato dalla Regione, un servizio così rischia di farti perdere la convenzione, ho già chiamato l’avvocato per sporgere querela.”

In ultimo, anche il farmacista Carlo Palanca, comparso nel servizio ‘della discordia’ ha sostenuto, tramite un annuncio sulla sua bacheca di Facebook, che il servizio sia stato montato ad arte.

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