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Giovedì, 25 Aprile 2024
Disastro nucelare / Giappone

"Acqua radioattiva nell'oceano": ancora un allarme da Fukushima

La Tepco, compagnia gestrice dell'impianto nucleare, per la prima volta ha ammesso che acque radioattive accumulate sotto la centrale sono finite nel Pacifico

Il disastro nucleare di Fukushima continua a tener banco sui media giapponesi e non solo. Dopo l'allarme (ancora non provato) in relazione alle verdure "mutanti", e soprattutto a pochi giorni dalla morte dell'allora direttore dell'impianto a causa di un tumore, stavolta è il turno dell'acqua radioattiva.

La Tepco, la società giapponese che gestisce il disastrato impianto nucleare di Fukushima, per la prima volta oggi ha ammesso che acque radioattive accumulate sotto la centrale sono finite nell'Oceano Pacifico.

Come detto, è questa solo l'ultima notizia allarmante riguardante la centrale. Il più preoccupante, diffuso in queste ore dal quotidiano Asahi che ha visionato i rapporti della Tepco, riguarda il rischio tumori alla tiroide.

Lo tsunami su Fukushima. Immagini inedite scattate direttamente dalla centrale

Un totale di 1.973 lavoratori, sui 19.592 sottoposti a test medici perché impegnati nella messa in sicurezza della centrale nucleare di Fukushima, ha infatti rischi più alti di ammalarsi di cancro alla tiroide a causa della robusta esposizione a livelli di radiazione oltre i 100 millisievert. Alcuni valori, in particolare, avrebbero toccato l'iperbolico tetto di 11.800 millisievert.

Verdure e frutta deformi a Fukushima

Come riporta l'Ansa, il quotidiano giapponese, in particolare, "ha obiettato il fatto che sia il ministero della Sanità sia la Tepco hanno per un lungo periodo verificato solo le radiazioni assorbite dal corpo, senza specifici riferimenti alla tiroide in assenza di obblighi specifici delle regolamentazioni nazionali. Solo lo scorso dicembre, la Tepco ha presentato un primo rapporto sulle dosi assorbite, consegnando all'Organizzazione mondiale della Sanità i dettagli su 522 lavoratori, da cui sono emersi 178 con quatitativi oltre i 100 millisievert, fino al picco di 11.800 millisievert".

Come riferimento, "l'International Commission on Radiological Protection (Icrp), agenzia impegnata a rafforzare le conoscenze nel campo della radioprotezione, ha peraltro fissato in 20-100 millisievert la fascia già rischiosa per la salute. L'Oms ha disposto, quindi, una rilevazione più dettagliata della contaminazione interna che ha spinto la Tepco a controlli sanitari fino agli attuali 19.592 lavoratori, di cui 3.290 sono propri dipendenti e altri 16.302 lavoratori di aziende partner".

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Gli ultimi risultati sono quindi 10 volte più grandi di quelli di dicembre a conferma del fatto che la radioattività assorbita è stata costituita dallo iodio rilasciato nei primi giorni dopo lo scoppio della crisi nucleare causata dal violento sisma/tsunami dell'11 marzo 2011.

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