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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Indagini

Adriano, altri guai: rischia 25 anni per traffico di droga

L'ex Imperatore, ora in trattativa con i francesi del Le Havre per un ritorno in Europa, risulta indagato dalla procura di Rio per traffico di droga. Avrebbe aiutato, con regali e "prestiti", un amico narcos

ROMA - Come se avesse una calamita - grande, molto grande - per i guai. Neanche la "fuga" in Francia, dove sta contrattando un accordo di sei mesi con il Le Havre per tentare l'ennesimo rilancio, ha tenuto Adriano lontano dai problemi. Anzi. L'arrivo in Europa ha coinciso con quella che probabilmente sarà la grana più grande della sua carriera. 

L'attaccante è stato infatti denunciato dal pubblico ministero dello stato di Rio De Janeiro per traffico di droga, associazione a traffico di droga e falsificazione di documenti. L'ex giocatore di Inter, Roma, Parma e Fiorentina in Italia, rischia venticinque anni di carcere, fino a quindici anni il primo capo d'imputazione, fino a dieci il secondo.  

Tutta colpa di un’indagine partita quattro anni fa per una moto che l'ex Imperatore regalò al narcotrafficante, e amico, Paulo Rogerio de Souza Paz, conosciuto come "Mica". La denuncia e la richiesta di misure cautelari, tra cui il ritiro del passaporto, verrà esaminata nei prossimi giorni dalla 29° sezione del Tribunale di Rio. 

Per il procuratore che ha fatto partire la denuncia, “quella moto fu intestata alla madre di 'Mica'" per cercare di nascondere un presunto accordo tra Adriano e il narcotrafficante, che aveva bisogno di un mezzo veloce per poter pattugliare la favela senza destare sospetto. Per il pm Alexandre Murilo Graça c’è il fondato sospetto che Adriano e un amico si siano "accordati con i narcotrafficanti di Vila Cruzeiro allo scopo di favorire il lo smercio di droga e attività illecite affini”.

Un accordo che, sempre secondo la procura, potrebbe non essersi fermato soltanto alla moto, circa quindicimila euro di valore. Adriano, infatti, sarebbe anche il proprietario di un deposito usato dai narcos per conservare le partite di droga. Il pm Graça è convinto che il calciatore abbia messo il locale a disposizione dell’amico, sapendo dell’utilizzo che questi ne avrebbe fatto. 

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