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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Usa shock, un altro afroamericano ucciso dalla polizia: spunta un nuovo video

Manuel Ellis è morto dopo essere stato fermato da alcuni agenti a Tacoma, nello Stato di Washington. Una testimone riprende con il suo cellulare e urla: "Smettetela di colpirlo". L'uomo sarebbe stato all'improvviso scaraventato a terra, con gli agenti che continuavano ad infierire. La polizia: "Ci ha aggredito lui"

Negli Stati Uniti infiammati dalle proteste per la morte di George Floyd, un nuovo video racconta l'ennesimo tragico episodio: un afroamericano morto dopo essere stato fermato da alcuni agenti della polizia. Siamo a Tacoma, nello Stato di Washington, e la vittima è Manuel Ellis, 33 anni. A girare il video, secondo il New York Times, è stata una donna che si trovava dietro all'auto della polizia e che si sente urlare: "Smettetela di colpirlo, oh mio Dio smettetela!". L'episodio risale al 3 marzo scorso.

L'uomo sarebbe stato all'improvviso scaraventato a terra, con gli agenti che continuavano ad infierire. Per la polizia sarebbe stato invece l'uomo ad aggredire i poliziotti. Nei giorni scorsi è arrivato il risultato dell'autopsia: si è trattato di omicidio e Manuel Ellis è morto per un arresto respiratorio. Secondo quanto riporta il New York Times, la testimone contesta la versione fornita dalla polizia, secondo cui Ellis avrebbe afferrato un agente e lo avrebbe scaraventato a terra. Secondo la donna, invece, l’uomo avrebbe iniziato una conversazione con i poliziotti ma all’improvviso i toni sarebbero cambiati e uno degli agenti avrebbe colpito Ellis con la portiera dell’auto.

Nel breve video girato dalla donna si vedono gli agenti bloccare a terra l’uomo. Ellis è morto nei minuti successivi al suo arresto. L’autopsia ha stabilito che si è trattato di un omicidio e che la morte è avvenuta per un arresto respiratorio, causato anche dalle modalità con cui il 33enne è stato ammanettato e bloccato. Secondo la polizia, Ellis avrebbe cominciato ad infastidire alcuni automobilisti, colpendo i vetri di alcune macchine, e a un certo punto avrebbe aggredito uno degli agenti. Mentre veniva bloccato e colpito con dei pugni dagli agenti, l’uomo avrebbe detto "I can’t breathe", "Non riesco a respirare", una frase diventata tristemente nota perché già pronunciata da George Floyd e da altri afroamericani morti durante un fermo di polizia.

(video dalla pagina Facebook Tacoma Action Collective)

Secondo la versione fornita dalla polizia, gli agenti avrebbero subito chiamato i soccorsi. I poliziotti - due sono quelli che si vedono nel video, ma sulla scena erano intervenuti in quattro - erano stati sospesi in attesa dei risultati dell’indagine, ma poi erano stati reintegrati. Questa settimana, dopo l’autopsia, sono stati di nuovo sospesi. Victoria Woodards, sindaca di Tacoma, ha chiesto il licenziamento dei quattro poliziotti coinvolti nella vicenda. La morte di Ellis, avvenuta nella notte del 3 marzo, ricorda quella di George Floyd: il poliziotto gli ha tenuto il ginocchio sul collo per 9 minuti. Secondo i risultati dell'autopsia, Manuel Ellis è morto per ipossia (mancanza di ossigeno) causata dalla coercizione fisica esercitata su di lui dai poliziotti. Come per il caso Floyd, anche Ellis avrebbe detto agli agenti: "Non riesco a respirare".

La pattuglia, secondo quanto emerge dal resoconto del portavoce dello sceriffo, avrebbe risposto alla richiesta di aiuto di Ellis chiamando un'ambulanza. Quando il soccorso è arrivato, Ellis ancora respirava. Quaranta minuti dopo è stato dichiarato il suo decesso. Il governatore dello Stato di Washington, Jay Inslee, ha chiesto un'indagine. La prima cittadina di Tacoma ha pubblicamente sollecitato di "perseguire gli agenti al massimo livello". Intanto, per la decima serata consecutiva in molte città americane - da New York a Washington, da Los Angeles a Seattle - migliaia di persone sono scese in strada per protestare nel nome di George Floyd contro il razzismo e contro la violenza della polizia.

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