Aleppo, il grido di dolore dell'Unicef: "Città senza medici, bimbi lasciati morire"
"Sappiamo che sono rimasti solo trenta medici e che oltre cento bambini sono stati uccisi - spiega la rappresentante Unicef in Siria - E' la peggior crisi umanitaria di sempre"
Scuole e ospedali distrutti dalle bombe e, a causa della mancanza di servizi e strutture sanitarie, dottori che non possono curare tutti. "Nella parte orientale di Aleppo la situazione è terribile. Molti bambini vengono lasciati morire", denuncia Hanaa Singer, rappresentante dell'Unicef in Siria.
"Sappiamo che sono rimasti solo trenta medici e che oltre cento bambini sono stati uccisi - spiega Singer - In un giorno solo, quando sono stata lì, almeno 25 persone, di cui cinque bambini, sono state uccise. C'è una costante paura della morte. Penso che questa sia la peggior crisi umanitaria di sempre, è passato troppo tempo da quando è iniziata e i danni al Paese sono enormi".
La rappresentante Unicef ha, inoltre, sottolineato come la situazione sia particolarmente difficile per le madri, che vedono i loro bambini morire senza poter fare nulla. E per questo "si sentono in colpa". Inoltre, negli ospedali il tasso di tentato suicidio o di suicidio è alto: oltre dieci casi nelle ultime due settimane. "La violenza deve finire - conclude Singer - noi siamo pronti, stiamo aspettando".
"Ad Aleppo non si muore da oggi. È un calvario disumano che dura da sei anni, dove sono morti bambini innocenti nell’indifferenza mondiale", dice Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia. "Inutile girarci troppo intorno. Le Nazioni Unite hanno smesso di contare i bambini morti in Siria nel 2013, quando erano circa undicimila. Ora si teme che le vittime minori si siano almeno quintuplicate rispetto ad allora ed anche se non ci sono dati certi sono certamente cifre da genocidio".
