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Venerdì, 19 Aprile 2024
VIOLENZA SULLE DONNE

Un'armatura contro le violenze sessuali: l'idea di Kubra che scandalizza l'Afghanistan

Kubra Khademi ha 25 anni ed è un'artista: ha deciso di denunciare la violenza di genere nel suo paese, creando un'armatura per difendersi. Così ha fatto la sua prima "passeggiata con l'armatura" e c'è chi grida allo scandalo

Per le strade di Kabul molte sono le sorprese e gli avvenimenti inaspettati. Ogni tanto però, c'è qualcuno che fa vivere agli abitanti della città afgana quella sensazione di stupore senza il terrore che di solito la caratterizza. E' quello che ha fatto Kubra Khademi, 25 anni, un'artista che ha deciso di denunciare ad alta voce la violenza sulle donne nel suo paese. 

LA DENUNCIA - Per difendersi dalle molestie che le donne subiscono quotidianamente ci vuole una corazza: così lei se l'è costruita, l'ha indossata ed è uscita di casa per fare una passeggiata. Quel look spartano che ha sfilato per le strade di Kabul aveva uno scopo ben preciso: denunciare le violenze che ogni giono le donne subiscono. Se le autorità non ti tutelano e lo Stato nella tua lotta non ti sostiene, allora per sopravvivere alla violenza ci vuole una corazza: "In Afghanistan le donne che denunciano molestie vengono addirittura minacciate dalla polizia" riferisce l'associazione Human Rights Watch.

L'idea di Kubra sembra essere ispirata a quella stessa passeggiata, ma per le strade di New York, di quella donne in jeans e maglietta che in 10 ore ha subìto 108 molestie. Kubra ha invece protestato così, con il velo in testa e il suo vestito di metallo, che riproduce le fattezze femminili.

Un'armatura contro le violenze sessuali | Foto da Twitter

IL WEB - La performance è diventata subito virale e ha fatto il giro del mondo e del web. C'è anche chi non ha apprezzato la performance di Kubra, denigrandola e insultandola. In realtà l'obiettivo dell'artista afgana era prendere parola sul tema che stava denunciando: così Masih Alinejad, la giornalista iraniana autrice di una famosa pagina Facebook con cui ha invitato le donne iraniane a togliersi il velo l'ha intervistata Kubra. Così ha spiegato il suo gesto, che oltre a essere politico è anche personale: quando era profuga in Iran e poco più di cinque anni, la mamma l’aveva mandata a fare compere al mercato per la prima volta e qui un uomo le mise la mano sul sedere e lei si sentì talmente in colpa da non riuscire a parlarne ai genitori. Poi a Kabul le capitò di nuovo, ancora molestie e ancora per strada. Quella volta Kubra si mise a urlare, attirando l'attenzione della gente, che al posto di aiutarla a difendersi, si avvicinò per insultarla. 

L'AFGHANISTAN - Dopo la sua protesta però le molestie non si sono fermate: diversi sono stati gli uomini che l'hanno insultata, toccata (ma indossava quell'armatura) e qualcuno l'ha persino minacciata di morte. Lo stesso è successo alle donne che erano andate a seguire quella performance. Nonostante la caduta dei talebani, Human Rights Watch ha stimato che in Afganistan nel 2012 l’87% delle donne ha subìto violenze fisiche, sessuali, psicologiche o è vittima di matrimoni forzati. Ma per Kubra in occidente non si sta meglio: "Vorrei che gli uomini capissero che una donna non è un oggetto sessuale ma una persona. Non ho grande stima per il modello di donna occidentale: prederisco le iraniane e le turche che si tolgono il velo per protesta. Vorrei che accadesse anche qui". 

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