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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Ashya, in giro per l'Europa per non arrendersi al tumore

La famiglia King, dopo aver "rapito" il piccolo Ashya da un ospedale britannico, ha lasciato l'ospedale di Malaga, in Spagna. Obiettivo, Praga: lì sarà sottoposto a una terapia protonica per provare a far regredire il tumore al cervello

Continua l'odissea in giro per l'Europa della famiglia King. Mamma Neghmeh e papà Brett non si arrendono e, dopo aver "rapito" e portato in Spagna il loro bambino di 5 anni dall'ospedale di Southampton per le terapia, a loro avviso, "troppo aggressiva" che stavano praticando sul piccolo Ashya, hanno deciso di lasciare anche Malaga e di volare alla volta di Praga.

IL VIAGGIO PER TROVARE "L'ALTRA CURA" - La storia è drammatica. Ashya è gravemente malato: fino a pochi giorni fa era stato curato presso l'ospedale di Southampton, nel sud dell'Inghilterra. Bretti e Naghemen King, madre e padre del piccolo, testimoni di Geova, hanno deciso di trasferirlo nel sud della Spagna, alla ricerca di una nuova terapia. Lo hanno fatto senza il consenso delle cure mediche e per questo sono stati arrestati una volta arrivati a Malaga. Il motivo per cui i genitori avevano deciso di portare via il piccolo dall'Inghilterra è semplice: ''Volevamo offrirgli una terapia migliore. Avevamo implorato i medici di sottoporlo a questa terapia protonica ma loro ci hanno risposto che nel suo caso non ci sarebbe stato alcun beneficio'' spiega King.

L'ARRESTO E L'ESTRADIZIONE - Una volta arrivati a Malaga, mamma e papà sono stati arrestati. "L'intenzione è quella di ricorrere in tribunale contro i medici dell'ospedale che li hanno calunniati e di depositare una denuncia per false accuse e diffamazione" ha dichiarato alla stampa il loro avvocato, Juan Isidro Fernandez Diaz, al termine dell'udienza di Brett e Naghemen davanti a un giudice a Madrid. Dopo una giornata di polemica, dal Regno Unito la decisione: arresto annullato, possono tornare in libertà.

VERSO PRAGA - Ora, il nuovo obiettivo della famiglia King è Praga. Lì il piccolo Ashya sarà sottosposto a prontoterapia. E' l'ultimo, disperato tentativo di non arrendersi al tumore al cervello. "In Repubblica Ceca, Ashya seguirà una terapia protonica, che inizierà il più rapidamente possibile", aveva dichiarato sabato alla stampa l'avvocato, Juan Isidro Fernandez Diaz. La partenza è stata resa possibile da una decisione dell'Alta Corte di Londra, che ha autorizzato il bambino - cinque anni - a trasferirsi a Praga, mentre la settimana precedente era stato messo sotto la tutela della magistratura britannica. 

LE CURE - Secondo il professor Jan Stary, il medico responsabile della equipe che se ne occuperà, il bambino ha il 70% di possibilità di guarire: Ashya domani sarà trasferito al centro di medicina protonica. "L'ideale sarebbe se la terapia venisse iniziata già la prossima settimana. Tuttavia dobbiamo preliminarmente verificare che il tumore non sia in fase di sviluppo o di metastasi". Il dottor Ludvik, responsabile dell'ospedale, ha invce espresso preoccupazione per la possibilità che i genitori, che sono Testimoni di Geova, possano rifiutare una trasfusione o "l'utilizzo di derivati ematologici durante la terapia". La situazione "è inusuale, forse ci saranno questioni da risolvere", ha detto il dottor Miloslav Ludvik, alla luce del fatto che i genitori sono Testimoni di Geova e che "non è possibile escludere il ricorso a una trasfusione".

"In base alla nostra esperienza, c'è il rischio che sorgano problemi quando si tratta di questa confessione. La terapia è condizionata alla firma di un consenso informato. Saranno informati di questa possibilità: se rifiutano, il bambino non potrà essere ricoverato".

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