Attacco alla base della Marina di Washington: i morti sono 13
L'attentatore, ucciso nella sparatoria, è Aaron Alexis, un afroamericano di 34 anni di Fort Worth, in Texas. Le autorità americane che indagano sulla sparatoria hanno riferito che non ci sono elementi per ritenere che vi fosse più di una persona coinvolta
Dopo una giornata segnata da un susseguirsi di notizie lanciate e smentite, nel tardo pomeriggio di ieri il sindaco di Washington DC, Vincent Gray, ha fatto chiarezza sul bilancio della sparatoria avvenuta nella mattinata al Navy Yard. Il numero dei morti confermati è salito a 13, compreso l'uomo sospettato di aver compiuto la strage, mentre otto persone sono rimaste ferite. Secondo l'identikit diffuso dall'Fbi il sospetto è Aaron Alexis, un afroamericano di Fort Worth, in Texas, nato 34 anni fa a New York. Il Washington Post sostiene che si tratta di un dipendente di una società che gestisce servizi per conto dell'esercito americano.
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Le autorità americane che indagano sulla sparatoria hanno riferito che non ci sono elementi per ritenere che vi fosse più di una persona coinvolta. "Non abbiamo alcuna prova né indicazioni, in questo momento, che lasciano pensare a più di un cecchino, anche se non lo abbiamo escluso completamente", ha dichiarato il sindaco di Washington, Vincent Gray. "Siamo sicuri che vi sia un solo responsabile di questa perdita di vite umane", ha detto da parte sua il capo della polizia della capitale americana, Cathy Lanier.
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Intanto, mentre veniva confermato il bilancio dei morti, la Casa Bianca ha abbassato la bandiera a mezz'asta in segno di lutto. Ieri il presidente Barack Obama - parlando per il quinto anniversario dal fallimento di Lehman Brothers - ha voluto commentare della vicenda parlando di una "tragedia".
