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Martedì, 16 Aprile 2024
MEDIO ORIENTE

Attentati e combattimenti in Iraq, e in Siria i jihadisti studiano come "diffondere la peste"

Ad agosto in Iraq sono morte almeno 1.420 persone, mentre in Siria uno scoop dei giornalisti di "Foreign Policy" fa tremare il mondo

Il quotidiano bollettino di morte e distruzione che ci arriva dall'Iraq e dalla Siria si "arricchisce" oggi di una notizia che sta facendo tremare il mondo: nel computer sequestrato a uno studente di chimica che combatte per il califfato islamico sono stati trovati file dettagliati su un progetto che vorrebbe diffondere la "peste bubbonica" attraverso "animali contaminati". La scoperta di questo "piano", non si sa ancora quanto condiviso dai leader jihadisti, è stata fatta dalla rivista "Foreing Policy", una delle più autorevoli riviste di politica estera statunitense, che è venuta in possesso del materiale e lo ha analizzato.

Nel computer di questo studente, un tunisino che combatte in Siria, i reporter hanno trovato un documento di 19 pagine in arabo con le istruzioni per costruire un’arma batteriologica "a base di peste bubbonica" e su come diffondere l’epidemia attraverso "animali infetti". I numerosi dettagli e le analisi fatte fanno pensare che non si tratti solo del progetto di un folle: nel documento si trovano anche istruzioni per inoculare il virus senza infettarsi.

Guerra in Siria © Tm News / Infophoto

ATTENTATI KAMIKAZE A RAMADI: ALMENO 13 MORTI

Due attentati kamikaze con autobomba hanno preso di mira postazioni delle forze di sicurezza a Ramadi, a ovest di Baghdad, e hanno provocato almeno tredici morti. Lo hanno indicato fonti sanitare e di polizia, mentre i feriti sono stati almeno diciassette.

Una vettura è esplosa contro un edificio in costruzione usato come base dalle forze speciali e una seconda ha colpito uno sbarramento controllato da polizia e forze speciali.

Ramadi, capoluogo della provincia di al Anbar, a maggioranza sunnita e alla frontiera con la Siria, è parzialmente in mano ai ribelli sunniti da inizio anno e le forze di sicurezza non sono riuscite a riconquistarne la totalità. Fallujah, a una quarantina di chilometri a est di Ramadi, è ugualmente caduta a inizio anno.

Ecco il volto del "califfo"

CURDI E SCIITI RICONQUISTANO ROCCAFORTE JIHADISTA, ROTTO ASSEDIO AD AMERLI

Le forze curde e i miliziani sciiti in Iraq hanno riconquistato la città di Sulaiman Bek a scapito dello Stato Islamico, smantellando una cruciale roccaforte che le milizie jihadiste controllavano da undici settimane. Lo hanno annunciato le autorità.

"Sulaiman Bek è sotto il controllo delle forze alleate", ma c'è ancora pericolo per gli ordigni che i militanti potrebbero avere disseminato, ha spiegato Shallal Abdul Baban, responsabile della vicina zona di Tuz Khurmatu.

I combattimenti per riconquistare il villaggio di Yankaja, anch'esso nella provincia di Salaheddin a nordest di Baghdad, sono ancora in corso, ha aggiunto Baban. Sulaiman Bek si trova vicino Amerli, dove migliaia di civili turcomanni erano intrappolati nell'assedio delle milizie jihadiste spezzato domenica dalle forze irachene. L'operazione ad Amerli rappresenta la principale offensiva del governo da quando le milizie guidato dallo Stato Islamico hanno conquistato - a giugno - vaste zone dell'Iraq settentrionale e centrale.

 AD AGOSTO ALMENO 1.420 MORTI IN IRAQ

Almeno 1.420 persone sono morte nelle violenze che hanno colpito l'Iraq nel mese di agosto, mentre le forze irachene lottano per riconquistare le aree delle quali le milizie jihadiste dello Stato Islamico hanno assunto il controllo. Lo hanno reso noto le Nazioni UNite.

Almeno 1.370 persone sono rimaste ferite nello stesso periodo, ha indicato in un comunicato la missione dell'Onu in Iraq. I dati non comprendono la provincia di al Anbar, dove è difficile ottenere conferme sulle notizie che filtrano.

MOGHERINI SU MEDIO ORIENTE: "LA SITUAZIONE E' ESPLOSIVA"

La posta in palio in Medio Oriente è molto alta e l'Unione Europea può esercitare nell'area "un ruolo attivo e gradito, in grado di attivare meccanismi virtuosi in tutta l'area". Lo ha rivendicato il ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera dopo la nomina a capo della diplomazia dell'Unione Europea.

"Nei prossimi anni in quella regione ci giochiamo molto. La situazione è esplosiva", ha sottolineato la titolare della Farnesina, "È come se le primavere arabe fossero state la premessa di qualcosa di nuovo che si sta profilando. In alcuni casi inquietante, come in Siria e Iraq. In altri promettente: sarebbe stato inimmaginabile fino a poco tempo fa che Iran e Arabia Saudita si sedessero allo stesso tavolo. O che il dossier nucleare iraniano potesse sbloccarsi fino ad arrivare alla vigilia di un`intesa, che spero accadrà a novembre".

Secondo la neo 'Lady Pesc', l`Europa "può e deve facilitare il dialogo fra le diverse potenze regionali, riconoscendole come tali e cercando di avvicinare i Paesi che avvertono la comune minaccia dell`Isis (lo Stato Islamico). Possiamo attivare meccanismi virtuosi in tutta l`area. Il nostro ruolo attivo è richiesto e gradito".

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