rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Mondo

Il dolore per la strage in redazione: le vittime di Charlie Hebdo

Uomini armati irrompono nella redazione del settimanale satirico con armi da guerra. Parigi e la Francia sotto shock. Un bilancio tragico tra morti e feriti. E' caccia ai tre attentatori

E' stata una "carneficina", un massacro consumatosi tra le quattro mura della redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. Tutto è successo intorno alle undici: due uomini armati di kalashnikov hanno fatto irruzione a volto coperto nella sede del settimanale satirico e hanno aperto il fuoco. 

SETTIMANALE NEL MIRINO - Il settimanale era già nel mirino dei terroristi da qualche tempo, proprio a causa delle sue vignette satiriche: nel 2006 la redazione decise di pubblicare le vignette del quotidiano danese Jyllands-Posten, cui apparivano alcune caricature del profeta Maometto. Anche nella redazione danese adesso è massima allerta. Più volte gli integralisti islamici hanno puntato il dito contro la rivista e già nel 2011 parte della redazione era stata distrutta da una bomba molotov, che aveva generato un'esplosione e un incendio. Ma finora non c'erano state vittime. A morire invece stavolta sono stati in quindici tra cui i disegnatori Cabu, Wolinski e Stephan Charbonnier (Charb), che era anche direttore di Charlie Hebdo. 

Charlie Hebdo: le vittime dell'attentato

L'ULTIMA VIGNETTA "PROFETICA" - Profetica e figlia d'ironia nera l’ultima vignetta realizzata da Charb: “Ancora niente attentati in Francia. Abbiamo ancora fino alla fine di gennaio per farvi i nostri auguri”, risponde nello stesso disegno un personaggio con tipico abbigliamento da terrorista islamico. 

Charlie Hebdo: le copertine nel mirino dei terroristi

Pochi giorni fa la redazione aveva annunciato la nomina di Maometto come direttore nel numero d'uscita, che si sarebbe chiamato "Sharia Hebdo" in relazione alla vittoria del partito islamico di Ennahda alle elezioni in Tunisia e alla decisione del nuovo governo libico di usare la sharia come principale fonte di legge. Inoltre quindici minuti prima dell'attacco, il settimanale satirico aveva pubblicato sul profilo Twitter una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico (Is). I due assalitori, stando al racconto di alcuni testimoni, hanno aperto il fuoco gridando: "Vendicheremo il Profeta" e "Allah u Akbar" (Allah è grande).


IL VIDEO DELLA FUGA - Gli attentatori si sono dati alla fuga poco dopo, rubando un'auto a un uomo che stava passando di lì: "Siamo di Al Qaeda Yemen, esci dall'auto" avrebbero detto all'autista, la cui testimonianza adesso è preziosa. Gli attentatori parevano calmi, "parlavano un francese perfetto" e quando l'uomo, sotto la minaccia delle armi, ha chiesto loro di poter prendere il cane dalla vettura, avrebbero acconsentito. Infine un agente di polizia li ha raggiunti correndo ma è stato freddato in mezzo alla strada con un colpo di pistola alla testa, mentre alzava la mano chiedendo pietà.  

ATTENTATO ALLA SEDE DEL GIORNALE CHARLIE HEBDO | FOTO TWITTER

IL CORDOGLIO DEL PREMIER - Il presidente Hollande si è recato subito sul luogo dell’attentato, definendolo senza esitazioni "un attacco terroristico di eccezionale barbarie, non c’è alcun dubbio" e promettendo che forze dell'ordine e governo stanno lavorando per trovare i tre colpevoli:

È stato un atto di eccezionale barbarie contro un giornale che è espressione di libertà e contro la polizia che la protegge. I killer sono solo degli assassini e dei codardi

Gli assalitori avrebbero inizialmente sbagliato indirizzo, entrando prima al numero 6 di rue Nicolas Appert, dove gli è stato detto che la sede del settimanale si trovava invece al numero 10. A riferirlo è Le Figaro, che cita la testimonianza di un poliziotto, Emmanuel Quemener.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il dolore per la strage in redazione: le vittime di Charlie Hebdo

Today è in caricamento