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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rouen, gli "attentatori ragazzini": uno aveva un braccialetto elettronico

Uno dei due autori dell'orrore di Saint-Etienne-de-Rouvray aveva 19 anni e tentò di raggiungere la Siria nel 2015. Era in libertà vigilata. L'altro era un minorenne di origine algerina

Uno dei due jihadisti che ha attaccato una chiesa nella città francese di Saint-Etienne-du-Rouvray, in Normandia, e che ha sgozzato e ucciso un prete, è stato formalmente identificato come il 19enne Adel Kermiche. Lo ha annunciato in conferenza stampa il procuratore di Parigi, Francois Molins.

NATI IN FRANCIA - Kermiche era noto ai servizi di sicurezza, visto che era stato arrestato due volte in occasione di viaggi in Siria, ed era agli arresti domiciliari con obbligo di indossare il braccialetto elettronico all'epoca dell'attacco. Sarebbe stato "folgorato" dopo la strage al settimanale satirico Charlie Hebdo e avrebbe tentato di unirsi alla jihad in Siria per due volte. L'altro assassino è un minorenne di origini algerine, A.B.  I due "soldati" dello Stato islamico, come vengono definiti nella tempestiva rivendicazione di Daesh, erano francesi e originari di Saint-Etienne-de-Rouvray, secondo quanto riferiscono fonti "bene informate" citate da BFM-TV. Due francesi di "seconda generazione", figli di immigrati sì, ma nati a Rouen e cresciuti a Saint-Etienne-du-Rovray.

HANNO FILMATO TUTTO - I due terroristi che ieri hanno assaltato la chiesa vicino Rouen "si sono scagliati contro la polizia al grido Allah u Akbar e sono stati neutralizzati. Uno di loro aveva una fascia esplosiva in alluminio e tre coltelli, l'altro terrorista aveva una fascia con un ordigno esplosivo". Lo ha detto il procuratore di Parigi Francois Molins. Prima di sgozzarlo, i due hanno costretto padre Jacques Hamel, 84 anni, "a mettersi in ginocchio, lui ha cercato di difendersi e lì è cominciato il dramma": è quanto racconta Suor Danielle, una delle religiose presenti all'interno della chiesa, in un'atroce testimonianza a radio RMC. I due hanno filmato la scena. "Si registravano. Hanno fatto una specie di sermone in lingua araba intorno all'altare. Era orribile".

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IL BRACCIALETTO ELETTRONICO - Kermiche era noto alle forze dell'ordine, perché costretto a portare il braccialetto elettronico a seguito di una vicenda per la quale avrebbe dovuto vivere sotto ben più stretta sorveglianza. Era stato accusato di associazione a delinquere con finalità di terrorismo. Come ha ricostruito il procuratore Molins, il 19enne "era in carcere fino al 22 marzo 2016, poi è finito sotto sorveglianza giudiziaria con un braccialetto elettronico con l'obbligo di fissare la residenza nel domicilio di famiglia. Si è potuto monitorare la persona e sulla base della sua posizione è stata decretata la messa in libertà provvisoria".

Il ragazzo indossava un braccialetto elettronico al momento dell’attacco in chiesa: Molins ha spiegato che il braccialetto veniva disattivato per alcune ore ogni mattina, e che l’attacco è stato compiuto in quel periodo di tempo. Il ragazzo poteva disporre di libertà di movimento per quattro ore dal lunedì al sabato, dalle 8.30 alle 12.30, la domenica fino alle 14. E Adel Kermiche ha sfruttato quella "finestra" temporale per portare a compimento l'attacco in chiesa insieme al suo complice minorenne. 

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