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Giovedì, 18 Aprile 2024
Mondo Siria

Doppio attentato kamikaze in Siria: una strage

Il duplice attacco, rivendicato in rete dall'Isis, è avvenuto nella città di Qamishli, nel nordest del Paese, nei pressi del confine con la Turchia. Una delle due esplosioni, causata da un camion, ha colpito il quartier generale delle forze curde YPG

Un doppio attentato kamikaze si è verificato stamattina in Siria, nella città di Qamishli, nel nordest del Paese, nei pressi del confine con la Turchia. Al momento il bilancio è di oltre cinquanta morti, oltre cento i feriti.

Una delle due esplosioni (compiute da attentatori kamikaze: uno su un camion, uno su un'auto) avrebbe colpito il quartier generale delle forze curde YPG nella città, dalla quale controllano gran parte della provincia di Hasaka, nella regione autonoma del Kurdistan siriano.


LA RIVENDICAZIONE - Il duplice attacco è stato già rivendicato in rete dallo Stato Islamico (Isis): "Oltre 50 morti e decine di feriti è il risultato di un'operazione di martirio compiuta nel mezzo di un raduno di unità curde nela città di Qamishli", recita il testo del comunicato postato su Telegram da Amaq, agenzia stampa ufficiale del Califfato. Il primo attacco, secondo una fonte di sicurezza locale citata dalla tv curda "Rudaw", "con l'esplosione di un camion-bomba nel quartiere occidentale di Qamishli", abitato prevalentamente da arabi,è stato "subito seguito da una seconda deflagrazione, questa volta di un'autobomba, nei pressi della via del Ministero della Difesa" dove c'è la sede dell'Amministrazione autonoma curda della città. La deflagrazione, secondo l'Osservatorio, è avvenuta davanti alla sede dell'Amministrazione autonoma della città governata dalle forze curde nella parte occidentale di Qamishli capoluogo della provincia di al Hasaka.

Siria, due attentati kamikaze

La Siria nord-occidentale è sull’orlo di una catastrofe umanitaria: la popolazione non accede agli aiuti di cui avrebbe bisogno e i bombardamenti si intensificano. L’allarme è di Save the Children: se non si pone immediatamente fine all’assedio che cinge la città di Aleppo e al bombardamento degli ospedali, dice l’organizzazione, decine di migliaia di bambini rischiano di rimanere senza cibo, acqua e cure mediche entro poche settimane. Nuovi raid aerei hanno devastato anche la città di Idlib, costringendo migliaia di famiglie a fuggire dalle loro case: Save the Children chiede al Gruppo di sostegno internazionale alla Siria, che si riunisce oggi a Ginevra, un cessate il fuoco immediato e il libero accesso agli aiuti umanitari vitali per la popolazione.

Le organizzazioni partner che lavorano con Save the Children ad Aleppo indicano nel cibo e nel carburante i bisogni più urgenti. Pane, frutta e verdura scarseggiano da quando l’ultima strada per accedere e uscire dalla città è stata interrotta, lasciando sotto assedio circa 300mila persone, il 60% dei quali sono donne e bambini. I bombardamenti pressoché costanti contribuiscono a peggiorare ulteriormente la situazione.
 

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