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Martedì, 16 Aprile 2024
La storia

I genitori dicono 'no' alla chemio: il piccolo Ashya è guarito

Una terapia alternativa ha salvato la vita al piccolo di cinque anni. I genitori erano stati arrestati per averlo sottratto a una clinica a Southampton per portarlo in Spagna e raccogliere i soldi necessari per la cura in Repubblica Ceca. Il padre: "Ora è tornato ad una vita normale"

ROMA - La drammatica fuga per la speranza ha avuto un lieto fine: il piccolo Ashya King è guarito. Un’innovativa terapia con protoni condotta a Praga ha salvato il bambino britannico di cinque anni affetto da un tumore al cervello.

La sua vicenda, dalla quale è scaturita un'odissea giudiziaria, era finita sui giornali di tutto il mondo. I genitori lo avevano sottratto alle cure dall’ospedale di Southampton contro il parere dei medici. E oggi Brett e Naghemeh King hanno confermato la guarigione al tabloid inglese The Sun. Le ultime analisi, ha detto la coppia, mostrano che “non ci sono segni” della presenza del tumore. Nelle dichiarazioni al giornale, il padre di Ashya ha spiegato che il piccolo è in convalescenza a casa in Spagna e ha già ricominciato a parlare e a giocare con i fratelli. Le condizioni del bimbo sono migliorate in modo sensibile e ora è tornato ad una vita normale.

"IL TUMORE NON C'E' PIU'" - Un recupero che il padre del piccolo definisce "miracoloso" e che "ha giustificato tutto quello che abbiamo vissuto, perché le cose stanno funzionando". "Se lo avessimo lasciato all’Nhs non penso che sarebbe sopravvissuto. Gli abbiamo salvato la vita", ha continuato il padre. L'ultima tac ha rivelato che il cervello del piccolo di cinque anni non presenta più tracce del tumore, hanno riferito alla stampa britannica i genitori. "Del tumore al cervello non c'è più traccia", ha detto il padre Bett, nel corso di un'intervista rilasciata in Spagna dove la famiglia vive dopo aver lasciato l'Inghilterra. Il bambino lo scorso autunno è stato sottoposto in un centro specializzato di Praga a una cura di sei settimane di protonterapia, che utilizza fasci di protoni per distruggere le cellule malate, per un totale di trenta irradiazioni. Al momento delle dimissioni, i medici della Repubblica Ceca gli attribuirono il 70-80% di probabilità di sopravvivenza. 

I due genitori erano fuggiti col piccolo dall’ospedale inglese e volevano portare il piccolo in Spagna per poi iniziare una raccolta fondi e consentire così di iniziare le terapie in Repubblica Ceca, non disponibili nel Regno Unito. Un gesto a seguito del quale la coppia era stata arrestata e poi rilasciata, una volta riconosciuta loro la libertà di sottoporre il figlio al trattamento medico che reputavano più idoneo. La vicenda legale aveva avuto grande risonanza a livello internazionale e il premier inglese David Cameron aveva espresso comprensione per la scelta della famiglia, visto che anche lui era padre di un bimbo di sei anni deceduto a causa di una sindrome cerebrale. 

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