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Martedì, 23 Aprile 2024
Nigeria

Bimba kamikaze non si fa esplodere: "Ho visto mio papà"

Tutto accade in Nigeria, mentre i terroristi di Boko Haram progettavano l'ennesima strage di civili: la piccola alla fine si è tirata indietro e ha anche fornito alcune informazioni riservate su alcuni potenziali prossimi attentati

In Nigeria le stragi non si fermano: gli efferati terroristi di Boko Haram continuano a utilizzare le loro piccole prigioniere come "kamikaze". Come quella provocata in un campo profughi di Dikwa, nel nord del Paese. Ma adesso emergono alcuni particolari sempre più inquietanti: una ragazzina, destinata a morire come attentatrice, all'ultimo momento ha rinunciato alla sua "missione". Sembra che la piccola avesse visto e riconosciuto tra la folla il proprio papà. Per questo avrebbe deciso di fermarsi all'ultimo istante. Interrogata dalle forze dell'ordine, la giovane ha poi fornito informazioni su altri potenziali attacchi.

Insomma, quell'attentato che ha portato alla morte di circa sessanta persone sarebbe potuto essere ancora più sanguinario. Ancora una volta, ad essere utilizzate per seminare la morte erano state tre ragazzine. Per compiere le stragi, per farsi saltare in aria, alle giovani sarebbe bastato un gesto. Volontario, perché nessuno le "telecomanda". Il giubbetto esplosivo, facile da nascondere sotto la veste lunga che indossano le donne di ogni età nel nordest della Nigeria, esplode con un piccolo movimento: un bottone da spingere. Questa volta, però, dentro i cancelli del rifugio abitato da 52 mila persone (erano solo 7 mila nel settembre scorso) non tutto è andato come previsto. La terza kamikaze, infatti, all'ultimo istante ha deciso di "cambiare programma". Trovata dai vigilantes in lacrime, li ha portati nel luogo dove si era spogliata della veste esplosiva. E ha cominciato a raccontare tutto. 

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