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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Brexit: bocciato l'accordo tra Londra e Ue, May resta premier

Con la bocciatura dell'accordo faticosamente negoziato con Bruxelles, verranno messi in discussione non solo il futuro politico della leader conservatrice britannica Theresa May, ma lo stesso percorso della Brexit come negoziato con l'Europa

Brexit, bocciato l'accordo negoziato dalla premier britannica Theresa May con l'Unione europea. Sono ben 118 i deputati del partito conservatore che pur sostenendo il governo May, hanno votato contro l'accordo con Bruxelles sulla Brexit. Con la bocciatura dell'accordo faticosamente negoziato con Bruxelles, vengono messi in discussione non solo il futuro politico della leader conservatrice, ma lo stesso percorso della Brexit.

Brexit, ultime notizie

Aggiornamento 20:25 del 16 gennaio 2019 >> La mozione di sfiducia contro la premier britannica Theresa May è stata respinta alla Camera dei Comuni con 325 no, contro 306 sì.

"Sono pronta a lavorare con ogni membro di questa Camera per arrivare alla Brexit" spiega la premier britannica dopo il voto con cui la Camera ha confermato la fiducia nel governo.

"Continueremo a lavorare per realizzare il risultato espresso nel referendum del 2016 e lasciare l'Unione Europea".

Aggiornamento 20:50 del 15 gennaio 2019 >> La Camera dei Comuni britannica ha votato a grande maggioranza contro il piano di Brexit: i voti contrari sono stati 432 contro 202 favorevoli, un margine di 230, il peggiore per un Primo ministro in epoca moderna. Il leader laburista Jeremy Corbyn ha annunciato di aver presentato una mozione di sfiducia contro la premier britannica Theresa May che verrà discussa domani alla Camera dei Comuni e poi votata alle 19 ora locale (le 20 in Italia). Lo ha annunciato la leader della Camera Andrea Leadsom.

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Manifestanti davanti alla piazza del Parlamento a Londra durante il voto sulla Brexit. (Foto ANSA/AP Photo/Frank Augstein) 

Se il governo britannico supererà la mozione di sfiducia presentata dal leader laburista Jeremy Corbyn dopo la bocciatura del piano sulla Brexit la premier Theresa May dialogherà con gli altri partiti per trovare una soluzione alternativa di consenso e tornerà a Bruxelles per discutere eventuali nuove iniziative.Lo ha comunicato la stessa May ai deputati subito dopo l'esito del voto

Juncker: "Il tempo è quasi finito". Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ha esortato il Regno Unito a chiarire le sue intenzioni il prima possibile. "Il tempo è quasi finito". 

"Il difficile percorso della Brexit è giunto questa sera a un punto critico che auspichiamo venga superato con una via d'uscita che sia rispettosa della democrazia e della volontà popolare espressa dal referendum del 2016 e, importantissimo, che garantisca la massima tutela dei nostri concittadini che vivono e lavorano nel Regno Unito e delle aziende italiane che vi operano". Così il senatore M5S Ettore Licheri, presidente della Commissione Politiche Europee di Palazzo Madama

Brexit, ultime notizie: la diretta da Westminster

La diretta video dal parlamento inglese: il voto finale sull’accordo è atteso intorno alle 21 ora italiana.

Fonti di governo spiegano che in caso di bocciatura Theresa May potrebbe dimettersi da premier. Secondo i calcoli, sono 112 i deputati conservatori contrari all'accordo, ai quali si aggiungono i 10 deputati nordirlandesi del Democratic Unionist Party (Dup. L'empasse sta tutto nel conciliare le due anime dei Tories, quella dei Brexiteer e quella più europeista, come successe già con il predecessore David Cameron. Per i conservatori si aprirebbe un nuovo processo di selezione per individuare il nuovo leader.

Brexit, la 'deadline' il 29 marzo

Se May decidesse di rimanere al suo posto, potrebbe cercare un nuovo accordo con la Ue e ottenere significativi cambiamenti al testo già concordato. In base alle regole vigenti, di fronte a una bocciatura il governo deve tornare ai Comuni entro tre giorni, per informare il Parlamento su come intende procedere.

May punterebbe ad ulteriori concessioni sulla questione del 'backstop', la clausola di salvaguardia che dovrebbe entrare in vigore per mantenere aperto il confine tra le due Irlande, duramente contestata dai ribelli Tories e dal Dup.

Brexit da catastrofe: cosa succede col divorzio senza accordo 

Intanto il leader dei laburisti Jeremy Corbyn sta da tempo accarezzando l'idea di forzare la strada verso le elezioni anticipate mentre perde quota l'idea di un secondo referendum per la Brexit.

L'esito di questa mossa non è però scontato. Pur contrari all'accordo con Bruxelles, i ribelli conservatori e il Dup hanno già annunciato che non appoggeranno una mozione di sfiducia nei confronti della premier.

Una ipotesi inedita si sta tuttavia materializzando in queste ore: un gruppo bipartisan di deputati ha annunciato un piano per fermare la Brexit fissata per il 29 marzo chiedendo una proroga dell'Articolo 50. In caso di rifiuto da parte della Ue, la premier avrebbe l'obbligo di legge di ritirare unilateralmente la procedura dell'Articolo 50. Un diritto sancito recentemente anche dalla Corte europea di giustizia. Inoltre, l'emendamento assegnerebbe al Parlamento il potere di individuare un nuovo piano per la Brexit, con l'obbligo per il governo di adottarlo. I costituzionalisti sottolineano le profonde implicazioni di una simile mossa, che finirebbe per modificare il rapporto tra Parlamento e governo. Secondo una consuetudine ultra centenaria, i deputati possono solamente respingere o approvare le leggi proposte dall'esecutivo, che ha l'esclusiva dell'iniziativa legislativa.

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