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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Brexit irreversibile", regole più dure per turisti e lavoratori non qualificati: cosa cambia

Per i Tory la vittoria più ampia dai tempi di Thatcher. Pesante sconfitta per il Labour, Corbyn pronto a lasciare. Presto il via alla stretta sui nuovi ingressi nel Paese. L'analisi (e le conseguenze) del voto

Il tempo dell'indecisione sulla Brexit è finito. Il popolo britannico ha dato a Boris Johnson un mandato fortissimo per portare a compimento al più presto il divorzio del Regno Unito dall'Ue. Le elezioni sono state un vero trionfo per il partito conservatore che si è assicurato con il 43% dei voti 364 collegi su 650, una vittoria che assicura una maggioranza di 78 deputati rispetto all'opposizione, un margine ben oltre le ultime previsioni, la più ampia dopo la terza elezione di Margaret Thatcher nel 1987. La Brexit è ormai un “decisione inconfutabile, irreversibile, indiscutibile del popolo britannico”, ha sentenziato Johnson che ora ha i numeri per governare tranquillamente per i prossimi 5 anni.

Per Jeremy Corbyn è stata invece una sconfitta bruciante, il Labour è sceso di 8 punti percentuali fermandosi al 32% ed è passato dai 262 del 2017 a soli 203 deputati, il risultato peggiore dal 1935. “È stata una notte molto deludente per il partito laburista”, ha affermato nel concedere la vittoria al suo avversario e annunciando che lascerà la guida del partito anche se solo dopo averlo guidato attraverso un “periodo di riflessione”.

Risultati elezioni Regno Unito: decisiva la Brexit

Il messaggio semplice e diretto di “Get Brexit done”, portiamo a compimento la Brexit, scelto da Johnson si è rivelato vincente ed ha convinto anche tradizionali elettori del Labour a tradire il proprio partito di riferimento per porre fine a questi tre anni di indecisione e incapacità di realizzare quanto stabilito nel referendum del 2016. In Inghilterra, dove i "leavers" erano la maggioranza, i laburisti hanno perso nel Nord e nelle Midlands, con i Tory che hanno vinto in luoghi come Workington, Bolsover e Rother Valley che un tempo erano considerate roccaforti della sinistra.

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Corbyn ha pagato la posizione ritenuta troppo da “equilibrista” sulla Brexit, non essendosi mai schierato apertamente a favore di nessuno dei due campi, arrivando anche a promettere un nuovo referendum. La scelta è stata quasi obbligata essendo i sostenitori del Labour, così come i britannici in generale, fortemente divisi. Ma per il leader è stato un colpo mortale. Oltre a questo Corbyn ha pagato una linea ritenuta troppo 'socialista' con il manifesto della campagna elettorale che prometteva, oltre ad un'ampia gamma di nazionalizzazioni, anche cose come la banda larga gratuita per tutti, e che è stato percepito come irrealizzabile.

Il nodo scozzese

Tra i "remainer" ottimo risultato degli indipendentisti dell'Snp che hanno eletto 48 deputati su un totale di 59, 13 in più delle scorse elezioni. Il risultato ha rafforzato le istanze indipendentiste della premier scozzese, Nicola Sturgeon, che ha già chiesto un nuovo referendum separatista. Altri sconfitti della tornata sono stati i Liberal Democratici, che dopo l'exploit delle europee si sono fermati a 11 seggi, perdendone uno rispetto al 2017, proprio quello della nuova leader, Jo Swinson, che ha già annunciato le sue dimissioni.

Il divorzio dall'Ue: cosa succede adesso

Con il forte mandato ricevuto Johnson ora inizierà un percorso a tappe forzate per approvare il più rapidamente possibile l'accordo raggiunto ad ottobre con Bruxelles e portare il Paese ad una uscita ordinata entro il prossimo 31 gennaio. Poi potranno iniziare le trattative con l'Ue per stipulare una nuova partnership. Il Paese per un anno resterà ancora in un periodo di transizione, con direttive e regolamenti che dovrebbero ancora applicarsi come se fosse parte del blocco, ma dal 2021 il divorzio dovrebbe essere completo.

La stretta sull'immigrazione: il piano di Johnson

Sarà allora che probabilmente entreranno in vigore le nuove misure molto restrittive sull'immigrazione promesse da Johnson e che probabilmente verranno portate in Parlamento e approvate nei prossimi mesi. Il premier ha annunciato un sistema a punti in stile australiano che dividerà gli immigrati in tre categorie. Lo schema dovrebbe offrire una via di ingresso preferenziale per i lavoratori identificati come altamente qualificati o “eccezionali”, e anche per imprenditori che intendono creare nuove attività commerciali. Per loro non sarà necessaria nessuna offerta di lavoro per trasferirsi nel Paese. Una seconda categoria dovrebbe comprendere i “lavoratori qualificati” che per ottenere un permesso di soggiorno dovranno avere un'offerta di lavoro nonché un determinato numero di punti, basati sulle loro esperienze. Il terzo livello dovrebbe riguardare i lavoratori scarsamente qualificati e permetterà loro di rimanere nel Regno Unito solo in caso ci sia una carenza di manodopera in un determinato settore, come ad esempio quello delle costruzione.

Le imprese chiedono chiarezza

Al momento i contorni del piano sono ancora poco chiari e le imprese hanno già espresso perplessità visto che molti settori dell'economia britannica - dalla raccolta della frutta al sistema di assistenza sociale - dipendono fortemente dal personale proveniente dall'estero. I cambiamenti non toccheranno però gli immigrati europei arrivati prima della Brexit, per cui verrà concesso uno status particolare, secondo gli accordi raggiunti con l'Europa.

Turisti, visti per l'ingresso nel Paese

Grossi cambiamenti in vista ci saranno anche per chi vorrà semplicemente entrare nel Regno Unito come turista dal primo gennaio 2021, al termine cioè del periodo di transizione. Innanzitutto i conservatori, in un piano annunciato dalla Segretaria di Stato all'Interno Priti Patel, non permetteranno più l'ingresso con la sola carta d'identità, ritenuta meno sicura del passaporto, soprattutto quella di Paesi come Italia e Grecia in cui circolano ancora quelle di carta. Per tutti sarà necessario un visto elettronico, sulla falsariga di quello che c'è negli Stati Uniti, con la richiesta di ingresso nel Paese che dovrà essere immessa online e in anticipo di almeno tre giorni. Non è ancora chiaro se e quanto costerà il visto. Le porte del Paese verranno poi chiuse del tutto a chiunque abbia avuto in passato condanne per reati gravi. Il nuovo sistema di 'Electronic Travel Authorisation' (Eta) renderà più agevoli le verifiche alle frontiere e faciliterà l'individuazione delle persone a rischio.

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