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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Brexit, è già iniziato il countdown: "Ormai non servono comunicazioni formali"

L'Unione europea nei prossimi giorni potrebbe forzare i tempi della Brexit, con l'avvio dei negoziati per l'uscita della Gran Bretagna, considerando la comunicazione "di persona" da parte di David Cameron una formale notifica di recesso

Un cavillo che fa discutere esperti britannici (e non solo). L'Unione europea nei prossimi giorni potrebbe tentare di forzare i tempi della Brexit, o perlomeno l'avvio dei negoziati per l'uscita della Gran Bretagna, considerando la comunicazione "di persona" da parte di David Cameron una formale notifica di recesso. La questione è controversa. E ieri un portavoce del Consiglio Europeo ha ribadito che serve un atto formale da parte del governo britannico, indirizzato al Consiglio.

Tuttavia secondo Derrick Wyatt, professore emerito in legge all'università di Oxford, le cose non stanno così. Ha spiegato alla Bbc che uno scenario meno formale è plausibile: finirebbe nelle mani degli avvocati dell'Unione, ma potrebbe costringere il premier britannico dimissionario ad entrare nella fase di trattative che prevede un massimo di due anni di tempo, poi addio Londra.

Il cavillo, secondo l'accademico, è la traduzione in pratica dell'assenza di indicazioni precise, nel Trattato di Lisbona, su come debba avvenire la notifica della rinuncia alla membership europea: prospettata dall'articolo 50, sino ad oggi è rimasta ipotesi senza pratica.

Si pensava fino a oggi che fosse indispensabile una lettera al presidente del Consiglio europeo, ovvero Donald Tusk. Di fronte alla "melina" britannica, però, i vertici europei potrebbero decidere di considerare le dichiarazioni a voce di Cameron una concreta comunicazione, facendo partire i 24 mesi negoziali. Quindi basterebbe che il primo ministro londinese - che ha annunciato le sue dimissioni dopo il referendum sulla Brexit e l'intenzione di lasciare al suo successore lo start delle trattative - parli della questione durante il vertice europeo di martedì e mercoledì prossimi, per fare scattare la clessidra dell'articolo 50.

Cameron potrebbe certo presentare ricorso alla Corte europea di giustizia, che decide come vanno interpretati i Trattati europei. Sarebbe ironico il doversi affidare a un organo squisitamente europeo nelle vesti di capo di governo di un Paese in uscita, il primo in assoluto nella storia della casa comune d'Europa. Una cosa è certa: sarà una settimana ad altissima tensione.

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