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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Brexit, e adesso che cosa succede?

I deputati del Regno Unito hanno bocciato l'accordo. Sibillino post di Tusk: "Chi avrà finalmente il coraggio di dire qual è l'unica soluzione positiva?". Dall'Europa Londra avrà (al massimo) solo più tempo a disposizione, non più concessioni

I leader dell'Unione europea hanno avvertito la Gran Bretagna che il tempo "sta per scadere" dopo che i deputati del Regno Unito hanno bocciato l'accordo sulla Brexit raggiunto dal primo ministro Tehresa May (202 voti a favore contro 432 contrari): per Londra è la più grave crisi politica della storia recente. Quali sono gli scenari a questo punto?  "Sollecitiamo il governo del Regno Unito a chiarire le sue intenzioni riguardo ai suoi prossimi passi il prima possibile", ha detto un portavoce di Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo. Ma una marcia indietro "totale" è possibile? No, non lo è.

In un post su Twitter, Tusk ha anche suggerito che l'unica vera soluzione sia per la Gran Bretagna rimanere nell'Unione europea. Un post sibillino: "Se un accordo è impossibile, e nessuno vuole un accordo, chi avrà finalmente il coraggio di dire qual è l'unica soluzione positiva?" ha scritto Tusk dopo il voto di ieri. I leader europei hanno ripetutamente affermato che non ci potrebbe in ogni caso essere una rinegoziazione dell'accordo, insistendo sul fatto che quella attuale è la migliore soluzione possibile perché ha fornito un periodo di transizione adeguato. 

Brexit, tutto in alto mare

Sconfitta seccamente nel voto di ieri, la premier May avrebbe ancora una maggioranza che la sostiene - lo si vedrà stasera con la mozione di sfiducia del Labour, ma è probabile  - ma il punto centrale della vicenda non è il futuro politico di May: anche se i conservatori decideranno di far cadere il proprio esecutivo, aprendo la strada a possibili elezioni anticipate, nessuno propone soluzioni alternative per una Brexit diversa. La stessa May ha sottolineato come la bocciatura di ieri mostri "che cosa non vogliono" i deputati, ma non "che cosa vogliano": e dunque ha annunciato che - se il suo esecutivo sopravviverà alla mozione di sfiducia - avvierà dei colloqui con i vari partiti per accertare se vi sono altre proposte in grado di ottenere il consenso della Camera, colloqui che verranno affrontati con "spirito costruttivo". Ma anche il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ha avvertito che dopo la bocciatura "il rischio di un no-deal aumenta".

Per il capo negoziatore della Brexit, Michel Barnier, "ora spetta al governo britannico dire quale sarà il prossimo passo". E Londra non ha idea di che cosa fare. Una Brexit senza accordo il prossimo 29 marzo è un'ipotesi che non piace a nessuno. Lo ha ben spiegato anche il presidente Francese Macron: "La pressione è sui britannici. In ogni caso, dovremo negoziare con loro un periodo di transizione perché gli inglesi non possono permettersi di non avere un aereo che decolla o atterra in territorio britannico, e i loro supermercati, il 70%, sono riforniti da ciò che arriva dall'Europa continentale". Il Regno Unito si troverebbe ad essere trattato dal resto d'Europa come una qualsiasi altro Stato extra comunitario.

Brexit, il Parlamento britannico ha bocciato l'accordo tra Londra e Unione Europea

Brexit, tutti gli scenari

Senza rinegoziare l'accordo, i leader europei a questo punto potrebbero concedere a Londra dai tre ai nove mesi di tempo per uscire dall'impasse. Ed evitare il "no deal", che fa paura perché un'uscita disordinata della Gran Bretagna dall'Unione europea porterebbe con sé il rischio di una nuova recessione. Quella che inizialmente era una questione "binaria", Brexit sì o Brexit no, ha dato origine a un universo di opzioni complesse, con risultati in qualsiasi caso incerti.  Riepilogando: se l'Europa chiude a nuovi negoziati, e se May resta in sella, al governo inglese verrà dato ancora un po' di tempo. Le prossime mosse, a questo punto, spettano a Londra e solo a Londra.

"Il popolo britannico ha votato per lasciare l'Unione Europea con il referendum di due anni e mezzo fa", ha ricordato ieri May. "I diritti dei cittadini devono essere salvaguardati" scrive su Twitter Guy Verhofstadt, coordinatore per la Brexit del Parlamento europeo. Lo stallo più clamoroso dell'intera storia dell'Unione europea non sembra avere vie d'uscita.  Un secondo referendum appare improbabile (anche se c'è chi, come Farage, sembra sperarci): servirebbero almeno sei mesi di "tempi tecnici".  Una recente sentenza della Corte europea di giustizia ha inoltre assegnato al Regno Unito la possibilità di una revoca unilaterale dell'articolo 50, mettendo così fine all'intero processo della Brexit. Improbabile anche questa opzione. Sulla sfondo, per ora lontana, all'orizzonte, c'è la Brexit "dura", senza accordo: un salto nel vuoto che nessuno vuole sperimentare.

Brexit, inglesi in fuga verso l'Europa (ma non scelgono l'Italia)

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